Chiunque si rechi nella Chiesa di San Paolo a Cantù potrà
vedervi affrescate nell’abside, in quattro spicchi del catino, le virtù morali descritte nell’etica aristotelica, e
definite durante l’età medievale come le virtù cardinali: la prudenza - la
giustizia - la fortezza - la temperanza.
L’affresco è un bell’esempio di arte del 1930, e ci dice
molte cose di cosa siano stati i canturini nel passato, come abbiano pensato, e persino come ci inducano a pensare
ai giorni nostri.
Ci dice anzitutto che i canturini riposero una certa cura a questo
affresco dedicato alle virtù morali. Dovettero aver pensato: prima la
concretezza contingente e materiale del vivere associato, prima la definizione
del profilo del buon cittadino, dell’uomo prudente, giusto, forte e temperato,
e poi, solo in un secondo tempo, l’afflato verso il metafisico.
Prima la terra e poi il cielo, tanto per capirci.
Mi è sempre piaciuta questa scelta. E a mio parere ci dice
molto di cosa i canturini, tutti, quelli che a Cantù sono nati e cresciuti,
quelli con una o più lauree e quelli che hanno fatto la scuola d’arte: tutti i
canturini, anche quelli di recente acquisizione, che si chiamino Luigi, Mohamed
o Huang, lo hanno capito benissimo: prima la concretezza e poi la speculazione. I latini dicevano: prima
vivere, dopo fare filosofia.
Il che non significa che i canturini siano diventati (o
fossero diventati, nel 1930) improvvisamente atei, non lo sono stati: hanno
seguito con fervida devozione le liturgie e i precetti cristiani. Significa
altro: che meglio di ogni cosa sarebbe bene chiarirci su quali debbano essere i
valori attorno ai quali edificare una società, una convivenza. Valori civili,
valori morali, costruiti su una gerarchia di virtù.
Nella virtù della prudenza
abbiamo visto costruirsi la storia della laboriosità cittadina. Eppure tale
virtù è stata maltrattata quando abbiamo sentito un sindaco ingiuriare i propri
concittadini che la pensassero diversamente da lui, e non pago iniziare a
definire i napoletani come una fogna e cose simili. Insomma, non abbiamo
assistito a esempi di prudenza. E neppure il suo gruppo di supporter che sedeva
in consiglio comunale e nella giunta ha osato riprendere tali intemperanze, e
oggi ne pagheranno un caro prezzo a parere di chi scrive.
La virtù della giustizia
ha ispirato, e profondamente, il riformismo canturino, quello che ha badato nei
decenni passati, prima che giungesse in politica il fenomeno leghista, a
costruire le case popolari, a dare a tutti istruzione e servizi: insomma il riformismo
di matrice socialista, democratica o cattolica, che è però caduto tristemente
dagli anni ’90 ad oggi. Un partito politico, il leghista, ha di fatto ispirato
la propria condotta e la propria matrice a un progetto di disuguaglianza: loro
sono diversi da noi, loro sono pericolosi per noi, loro devono stare distanti
da noi. Che fossero i meridionali o gli stranieri o i ROM, il “loro” è sempre
stato qualcosa da cui prendere le distanze, in un discorso tipicamente
disegualitario, dissonante con il sentimento della giustizia e con la virtù che
gli corrisponde.
Fortezza e temperanza completano un quadro di
virtù che abbiamo tante volte visto contraddetto e sfregiato da comportamenti
politici e civili che hanno caratterizzato la politica canturina degli ultimi
decenni. Eppure significherebbero la capacità di insistere in una spinta verso
un disegno di perfezione umana (la fortezza), in un quadro in cui le passioni
umane, giocoforza violente e distraenti, andrebbero governate e controllate da
una volontà indefettibile (la temperanza).
Cerchino i canturini chi possa al meglio rappresentarli, lo
cerchino prudente, giusto, forte e temperante.
La loro scelta si conduca e si orienti a questi valori, che tanti, anche
non canturini di nascita, ma magari magrebini, cinesi o asiatici, hanno
imparato a riconoscere come valori importanti, anche ai tempi nostri.
Noi pensiamo, speriamo di poterli rappresentare, questi
valori, avendo alle spalle un passato importante, ma lo sguardo dritto e
attento nel futuro.
Votare per Alberto
Novati ci permetterà di fari ripartire Cantù, sulla base di queste virtù tanto
importanti per i canturini.
#CantùColSegnoPiù