mercoledì 7 giugno 2017

Canturina Servizi: non può essere la finanziaria del Comune a spese dei cittadini

La Canturina Servizi è la società che il Comune di Cantù gestisce come un proprio patrimonio esclusivo, di cui è proprietario unico. Essa ha gestito negli ultimi anni (tra l'altro) il servizio idrico cittadino.
Dentro questa società si sono svolte operazioni più o meno discutibili, più o meno chiacchierate in passato: dalla vendita del ramo gas ad ACSM, su cui molto si è discusso e probabilmente ancora di discuterà, fino ad arrivare al suo graduale svuotamento, trasformata com’è oggi in una scatola priva di una precisa vocazione industriale (Infatti, gestire i parcheggi a pagamento e i lumini del cimitero, più le farmacie, che funzionerebbero in ogni caso anche se scorporate da tale società, non è un grandissimo business).
La politica canturina si è disinteressata, purtroppo, di tale proprietà (dei cittadini), conservando per sé (ovvero per la politica, anche quando esercitata da una lista civica) la mano libera di fare e disfare a proprio piacimento, cercando di dissimulare che  proprio in tale grande discrezionalità si nascondevano un’operazione di potere e un costo per le nostre tasche.
Ultima funzione che Canturina servizi ha perduto è quella di gestione della piscina comunale. La prossima dipartita sarà quella dell’acqua, che viene conferita a un gestore unico, la società provinciale Como Acqua.

È molto interessante disporre di alcune informazioni, che i cittadini non hanno; ma la cui conoscenza potrebbe orientare meglio il loro comportamento, anche elettorale.
La società Canturina servizi, negli anni 2011 – 2015, ha versato al Comune di Cantù quale corrispettivo dei canoni di concessione per il servizio idrico, complessivamente, € 1.201.690, pari cioè ad una media annua di € 240.338.

In effetti per il solo canone di fognatura   la Canturina servizi avrebbe dovuto versare al Comune la cifra di 352.260 euro (mc/anno 3.500.000 per €/mc 0,10412804). Nei cinque anni considerati, cioè, solo per il canone di fognatura vi è una differenza negativa per il Comune di  559.610 mila euro, 1.761.300 contro 1.201.690 effettivamente incassato.


Risulta evidente, da questi dati, che la società Canturina Servizi è stata usata come strumento per accantonare risorse finanziarie (a tal proposito, del tutto lecitamente, sia chiaro) che il Comune ha potuto usare quando ne ha avuto bisogno, come un bancomat pronto all’uso. Questo è stato possibile in virtù della condizione di fornitore unico di servizi in cui tale società ha operato: Canturina servizi ha incassato dai canturini quanto le era dovuto sul piano tariffario, e, allo stesso tempo, i canturini hanno continuato a pagare con le tasse versate al Comune gli investimenti per i lavori di manutenzione e ammodernamento della rete fognaria.
I cittadini, infatti, sono chiamati a sostenere il costo dei mutui per le canalizzazioni fognarie mediante i fondi del bilancio comunale, nonostante detto costo lo abbiano già sostenuto nella tariffa come previsto dal sistema tariffario dell’A.E.E.G.S.I. Insomma, i canturini hanno versato una tassa implicita al Comune, pari in media a circa 120 mila euro annui negli ultimi cinque anni.

Non pago di tale realtà, del tutto sconfortante se vista dal punto di vista del cittadino,  il Comune a trazione civica (LIC) ha pensato di reinventare un futuro industriale per Canturina servizi e ha approvato un documento di indirizzo che definisce le nuove frontiere aziendali della società.
Si parla in tale documento (assai genericamente) di risparmio energetico negli edifici comunali, smart city e servizi alla persona. Sembra proprio che l’obiettivo non sia quello di rispondere a dei bisogni personali e collettivi ben identificati  e caratterizzati in termini di processi e risultati attesi nonché di eventuali oneri di servizio pubblico che l’Amministrazione potrebbe essere chiamata a sopportare, ma della pura e semplice ricerca di un qualsiasi processo industriale che legittimi l’esistenza della società.
Insomma, non si pensa al fine (il benessere dei cittadini) ma allo strumento da confermare (la società comunale): se uno scopo aziendale ancora non c’è, lo si inventa.
Una tale visione del pubblico e in particolare della società pubblica del Comune di Cantù, non presenta grandi differenze tra  la gestione della Lega (e della destra cittadina) e quella della giunta Bizzozero. Né l’attuale dibattito elettorale sembra soffermarsi su un tale problema, che invece andrebbe chiarito, per dare ai cittadini strumenti di comprensione e di scelta conseguenti.
Chi vorrà cambiare, non è certo né alla destra, né alla coalizione civica che dovrà affidarsi. Bensì a un centrosinistra che si candida a governare avendo una concezione nuova e lineare dei rapporti tra pubblico e privato: in cui l’uno e l’altro devono anzitutto lavorare per ridurre al minimo i costi dei servizi rivolti ai cittadini.
Disporre di servizi di qualità non può significare sostenere costi elevati e ingiustificati. Questa sarà la nostra linea di condotta in futuro.

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