sabato 10 giugno 2017

La lezione degli antichi canturini


Chiunque si rechi nella Chiesa di San Paolo a Cantù potrà vedervi affrescate nell’abside, in quattro spicchi del catino, le virtù  morali descritte nell’etica aristotelica, e definite durante l’età medievale come le virtù cardinali: la prudenza - la giustizia - la fortezza - la temperanza.
L’affresco è un bell’esempio di arte del 1930, e ci dice molte cose di cosa siano stati i canturini nel passato, come abbiano  pensato, e persino come ci inducano a pensare ai giorni nostri.
Ci dice anzitutto che i canturini riposero una certa cura a questo affresco dedicato alle virtù morali. Dovettero aver pensato: prima la concretezza contingente e materiale del vivere associato, prima la definizione del profilo del buon cittadino, dell’uomo prudente, giusto, forte e temperato, e poi, solo in un secondo tempo, l’afflato verso il metafisico.
Prima la terra e poi il cielo, tanto per capirci.
Mi è sempre piaciuta questa scelta. E a mio parere ci dice molto di cosa i canturini, tutti, quelli che a Cantù sono nati e cresciuti, quelli con una o più lauree e quelli che hanno fatto la scuola d’arte: tutti i canturini, anche quelli di recente acquisizione, che si chiamino Luigi, Mohamed o Huang, lo hanno capito benissimo: prima la concretezza  e poi la speculazione. I latini dicevano: prima vivere, dopo fare filosofia.
Il che non significa che i canturini siano diventati (o fossero diventati, nel 1930) improvvisamente atei, non lo sono stati: hanno seguito con fervida devozione le liturgie e i precetti cristiani. Significa altro: che meglio di ogni cosa sarebbe bene chiarirci su quali debbano essere i valori attorno ai quali edificare una società, una convivenza. Valori civili, valori morali, costruiti su una gerarchia di virtù.
Nella virtù della prudenza abbiamo visto costruirsi la storia della laboriosità cittadina. Eppure tale virtù è stata maltrattata quando abbiamo sentito un sindaco ingiuriare i propri concittadini che la pensassero diversamente da lui, e non pago iniziare a definire i napoletani come una fogna e cose simili. Insomma, non abbiamo assistito a esempi di prudenza. E neppure il suo gruppo di supporter che sedeva in consiglio comunale e nella giunta ha osato riprendere tali intemperanze, e oggi ne pagheranno un caro prezzo a parere di chi scrive.
La virtù della giustizia ha ispirato, e profondamente, il riformismo canturino, quello che ha badato nei decenni passati, prima che giungesse in politica il fenomeno leghista, a costruire le case popolari, a dare a tutti istruzione e servizi: insomma il riformismo di matrice socialista, democratica o cattolica, che è però caduto tristemente dagli anni ’90 ad oggi. Un partito politico, il leghista, ha di fatto ispirato la propria condotta e la propria matrice a un progetto di disuguaglianza: loro sono diversi da noi, loro sono pericolosi per noi, loro devono stare distanti da noi. Che fossero i meridionali o gli stranieri o i ROM, il “loro” è sempre stato qualcosa da cui prendere le distanze, in un discorso tipicamente disegualitario, dissonante con il sentimento della giustizia e con la virtù che gli corrisponde.
Fortezza e temperanza completano un quadro di virtù che abbiamo tante volte visto contraddetto e sfregiato da comportamenti politici e civili che hanno caratterizzato la politica canturina degli ultimi decenni. Eppure significherebbero la capacità di insistere in una spinta verso un disegno di perfezione umana (la fortezza), in un quadro in cui le passioni umane, giocoforza violente e distraenti, andrebbero governate e controllate da una volontà indefettibile (la temperanza).
Cerchino i canturini chi possa al meglio rappresentarli, lo cerchino prudente, giusto, forte e temperante.  La loro scelta si conduca e si orienti a questi valori, che tanti, anche non canturini di nascita, ma magari magrebini, cinesi o asiatici, hanno imparato a riconoscere come valori importanti, anche ai tempi nostri.
Noi pensiamo, speriamo di poterli rappresentare, questi valori, avendo alle spalle un passato importante, ma lo sguardo dritto e attento nel futuro.
 Votare per Alberto Novati ci permetterà di fari ripartire Cantù, sulla base di queste virtù tanto importanti per i canturini.

#CantùColSegnoPiù

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