Una città può dirsi aperta al futuro soltanto se ha
pianificato con intelligenza il proprio progetto formativo; se ha cognizione
certa della propria vocazione produttiva; se dispone di strutture educative e
formative qualificate e coerenti con tale pianificazione.
Cantù, da questo punto di vista ha perduto una grande
occasione di dotarsi di tali strutture, quando ha visto trasformata la propria
scuola d’arte, poi istituto d’arte, in un liceo artistico.
Diversi professionisti, diverse associazioni professionali
lamentarono al tempo questa scelta infausta. Essa rientrava nel piano della
riforma Gelmini, votata da Lega e Forza Italia, che mirava a una
licealizzazione spinta del sistema formativo.
Da allora, poche realtà, tra cui l’ottima esperienza dell’Enaip
di Cantù, hanno risposto al fabbisogno di personale specializzato che proviene
dal mondo produttivo canturino e dell’intero distretto della Brianza.
Non solo, l’amministrazione leghista di Cantù è riuscita a
perdere l’occasione per dare vita in città a un polo professionale in cui fosse
presente un Istituto tecnico superiore (ITS, che non va confuso con gli ITIS, gli storici istituti tecnici, come il Jean Monnet o la Magistri Cumacini), in questo
battuta dal comune di Lentate sul Seveso, che negli anni scorsi è diventata
sede dell’ITS per il settore del legno. Di positivo, è che nella fondazione di
tale ITS è presente anche l’ENAIP di Cantù, ed è a questo piccolo elemento
positivo che occorre aggrapparci, per non scivolare in un destino di
marginalizzazione.
Di fronte a tale realtà, davvero sconsolante, la politica
può fare molto, l’amministrazione comunale potrà fare cose concrete. Di questo
abbiamo discusso con Simona Malpezzi (nella foto), parlamentare impegnata su tale tematica ed estensore dei decreti attuativi della legge 107 di recente approvazione.
Con lei e con il professor Vincenzo Iaia, preside
dell’istituto Melotti di Cantù, abbiamo approfondito la nostra proposta
politica che è la seguente.
Il Comune deve e può farsi interprete, anche attraverso
fondi aggiuntivi destinati a tal fine, di un processo di facilitazione volto ad
ottenere alcuni obiettivi, tutti finalizzati a migliorare il sistema della
formazione professionale in città:
-
garantire un sistema di orientamento degli
alunni delle scuole medie inferiori e anche a livello post diploma, oggi
lascito alla buona iniziativa, ma spesso non organica, delle singole
istituzioni scolastiche. Un buon sistema di orientamento limita la dispersione
e favorisce la scelta consapevole in fase post diploma;
-
svolgere il ruolo di facilitatore nella
definizione degli impegni degli alunni delle scuole medie canturine nella
individuazione delle imprese in cui impegnarli per l’attività di alternanza
scola lavoro. Consideriamo che si tratta mediamente di 1200 studenti all’anno impegnati
in tali operazioni, per un totale di oltre 250 mila ore lavorative: un uso
finalizzato e strategico dell’alternanza scuola lavoro favorisce allo stesso
tempo la qualificazione per competenze dello studente e il raggiungimento di
obiettivi aziendali di non secondaria importanza, oltre a una maggiore
diffusione delle no cognitive skills, cosiddette;
-
costruire un rete di scuole che avvii un
rapporto organico e non episodico con il Centro ITS di Lentate sul Seveso, in
termini di orientamento degli studenti e in termini di partecipazione delle
imprese locali alla sua implementazione. Non consideriamo secondaria la
possibilità di chiedere l’accesso alla fondazione Messina di Lentate anche del
nostro Liceo Fausto Melotti di Cantù.
Con tale proposta, intendiamo far comprendere che il futuro
cittadino è nelle mani del suo sistema formativo ed educativo. Orientare o
riorientare gli studenti verso attività formative professionalizzanti non è da
considerarsi un fattore negativo, anzi, contribuirebbe a qualificare il lavoro
professionale, anche attraverso nuove competenze innovative (pensiamo all’uso
del CAD-cam per la progettazione di mobili).
Non solo, con tale proposta intendiamo dare il segnale
preciso di cosa può fare una amministrazione (il che mai è stato fatto in
passato) quando il rapporto con le scuole è stato sempre concepito in modo
servile, al più burocratico, e quando la definizione del fondo per il diritto
allo studio è stata intesa esclusivamente come una ripartizione matematica di
risorse , quasi una partita di giro.
Occorre invece progettare un intervento più organico e
incisivo del settore formativo nel destino cittadino. Questo può farlo soltanto
una forza politica innovativa come la nostra, che dispone di relazioni
extracomunali, di competenze e di riferimenti istituzionali coerenti e
credibili.
Vogliamo migliorare Cantù, vogliamo darle una possibilità di
rilancio
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