di Ivana Di Carlo
C'è da perdersi nei controsensi dell'ultima filippica sull'evasione
fiscale del sindaco di Cantù, Claudio
Bizzozero.
Il succo è: cari cittadini andate nei negozi o dai professionisti e
minacciateli di non tornare più da loro se vi faranno lo scontrino. Ottenete
piuttosto uno sconto, e mi raccomando: le uniche tasse da pagare sono quelle
comunali che vi metto io.
(Tra parentesi, il Comune di Cantù, da quando è sindaco Bizzozero ha
imposto l’addizionale Irpef ai propri cittadini portata all’aliquota massima,
da zero al massimo insomma)
Oltre alla vergogna d'avere un rappresentante delle istituzioni che ha
dimenticato il significato di parole come dovere e sobrietà, ci permettiamo di
far notare che, come sottolinea lo stesso Bizzozero, l'Agenzia delle Entrate è
in grado di incrociare molti dati, quindi la proposta che egli avanza
porterebbe commercianti e professionisti a "lavorare in nero"
esponendosi al rischio di venire
sanzionati. Si offre lui di pagare le sanzioni per il bene della
protesta?
Le imposte comunali però si pagano. E, a suo dire, il governo Renzi è
cattivissimo perché taglierebbe i finanziamenti ai territori costringendo i
comuni ad aumentarle...
Ci spiega Bizzozero come una maggiore evasione fiscale sarebbe in grado
di risolvere questo problema? A noi sembra solo un modo per alimentare la sua
campagna mediatica e avere argomenti per la lagna quotidiana da sostituire alla
soluzione dei problemi.
Non solo, questa ennesima e illogica filippica mostra in tutta la sua
debolezza la fragilità logica di un pensiero che si è perduto, e forse mai più si
ritroverà.
La lotta all'evasione fiscale è il primo è ineludibile passo per una
riforma fiscale efficace. Nessuno riforma è possibile in un paese dove tanti
piccoli Bizzozero pensano solo ai loro miseri interessi personali da
raggiungere anche a danno della comunità.
Perché evadere le tasse è questo, un danno alla comunità.
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