martedì 23 giugno 2015

Una politica che si nascode


Va di scena in questi giorni a Cantù la politica dell’irresponsabilità, e sta manifestando grande fragilità.
Si tratta di una politica che si è ridotta alla pratica dello scarico di responsabilità, e persino la neosegretaria dal partito di governo cittadino non trova altro che dichiarare che sulla vicenda del tentativo di impedire la nostra Festa dell’Unità non ci sarebbe alcun disegno politico, anzi trattasi di normale pratica amministrativa.
A parte la involontaria comicità che emerge da un semplice riassunto dei fatti (che segnaliamo a parte: http://cantu.pdcomo.it/2015/06/canturini-per-la-festa-al-bersagliere.html),  ci sarebbe da ridere, e invece tutto ciò dimostra la grande fragilità di un gruppo di comando che ha perduto il senso del reale e corre il rischio di trascinare la città di Cantù in una deriva di insignificanza politica. Esso infatti sta svicolando dall’assunzione della vera responsabilità politica, che in un’amministrazione comunale dovrebbe essere quella di saper rispondere in prima persona  quando ci sia una ricaduta politica delle scelte assunte. Cioè una ricaduta che influisca sulla vita dei cittadini, i loro diritti, le loro aspettative.
La cosa triste è la morale da trarre da questa vicenda del Bersagliere, che nonostante tutto vedrà lo svolgimento della nostra Festa. Ne emerge una politica del rancore che persino le menti più pacate e intelligenti presenti nella maggioranza cittadina non riescono a cogliere: eppure ne abbiamo già visto le tracce nella vicenda successiva al rogo della Giubiana; un’altra festa, a seguito della quale si evidenziò un disegno di ritorsione e di rancore contro la Pro Cantù. Per non dire del medesimo fastidio emerso contro gli organizzatori della notte  bianca di Vighizzolo. Un rancore che non sa più come manifestarsi, e che i cittadini colgono appieno.
La maggioranza invece non vuole vederlo. E per evitare di guardare in faccia alla realtà, preferisce rifugiarsi nella discarica della responsabilità. La politica viene così ridotta a mero atto tecnico, e così si evita di dover rispondere delle proprie scelte politiche. Si preferisce delegare agli uffici, ai dirigenti, quanto invece dovrebbe essere assunto dalla sfera politica.
Tanto per capirci, la scelta rilevantissima di garantire la nascita di un luogo di culto per i cittadini di fede musulmana è stata ridotta a una banale pratica edilizia. Il Piano del traffico è stato rubricato a mero strumento tecnico di recepimento di alcune istanze locali (non a caso, il progetto della tangenzialina cittadina non vi è contemplato!). Il disegno politico di non far svolgere la festa dell’Unità (se non altro dell’amico neonazi del Campo solare) è semplicemente considerato un atto amministrativo. Troppe decisioni di natura politica nascono senza un padre, nella città di Cantù, forse perché governata da una forza civica che preferisce svicolare dalle proprie responsabilità, che getta il sasso e nasconde la mano.

Siamo conviti che questa natura non politica del governo cittadino sia un danno per la nostra città. L’epilogo della vicenda che ci ha coinvolto, per lo svolgimento della nostra festa cittadina, ne è la prova ulteriore. La politica è affidata a un  uomo solo al comando, che la trasforma in delirio di onnipotenza, da qui l’avvio di iniziative estemporanee e velleitarie come, ad esempio, la proposta di legge costituzionale (votata in una surreale seduta del Consiglio comunale) che avrebbe dovuto dare il via alla regione autonoma delle provincie di Sondrio Como e Lecco, i cui intenti sono naufragati miseramente, e di cui l’attuale maggioranza cittadina, prima o poi, dovrà rendere conto. Se solo quella è politica, il resto diventa routine, pratica amministrativa spicciola, anche quando invece si tratta di scelte politiche a tutto tondo. Una politica debole si nasconde a questo modo, e nasconde e proprie responsabilità. Ma tale debolezza rende vano e marginale proprio il ruolo che Cantù, seconda città della provincia, potrebbe svolgere, e non riesce invece a giocare nella politica territoriale.
I cittadini canturini sapranno chi ringraziare di questa debolezza.

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