Ieri sera, 22 giugno, abbiamo assistito a una prova di
grande presenza politica dei canturini e delle canturine, accorse a dare
solidarietà alle associazioni che svolgono le proprie feste presso il parco del
Bersagliere. Sono stati oltre cento i cittadini che hanno
accolto il nostro invito. Segno che essi hanno ben capito che anche dietro
questa vicenda c’è un intenzionalità politica, come negarla?
Prima di tutto, riassumiamo i fatti, che l'attuale maggioranza che provvisoriamente amministra Cantù vorrebbe
interpretare come a-politici.
Anzitutto il precursore: non un cittadino comune
ma il coordinatore di un partito politico di natura nazista, dipendente del
Comune di Cantù, condannato a otto mesi per aver falsificato le firme di presentazione
della sua lista elettorale. Egli deposita in comune la denuncia contro i presunti
abusi in località Bersagliere. Insomma, una firma politica grande e
ingombrante. Oltretutto, trattasi proprio di quel partito politico che ottiene
dal Comune l’utilizzo del Campo solare per svolgere il festival Boreal dell’internazionale
neonazista proprio a Cantù, al quale il Sindaco cittadino va a parlare ad
inizio manifestazione. E quest’anno si replicherà, oltretutto.
Poi, l’amministrazione: il 17 aprile viene protocollata tale
denuncia, nel giro di tre giorni, viene avviata la pratica amministrativa, con
un tempismo perfetto. Pratica celere e solerte, ma peccato che, ad oggi, a
quanto ci consta, non è ancora stata ingiunta alcuna ordinanza di demolizione
alla proprietà dell’area. Altra scelta
di tempi alquanto interessante. Oltretutto, a creare qualcosa in più del
semplice dubbio che ci sia dietro un disegno politico, la continua confusione
tra proprietà di quell’area e il Partito democratico che lì svolge la sua
festa. Ribadiamo: l’area del Bersagliere è di proprietà di una cooperativa
canturina, mentre il Pd ne è semplicemente uno degli utenti, al pari di
cooperative, Auser SPI CGIL e altri. Ora, la faccenda (riassumiamo anche per
chi ancora non lo abbia compreso) non riguarda l’esistenza di manufatti privi
di titolo edilizio. Essi saranno sanati e
noi per primi vogliamo che così sia. La faccenda riguarda la possibilità che in quell’area,
pur gravata da un procedimento amministrativo, si possano svolgere le feste
cittadine, non solo dell’Unità, ma anche dei pensionati, delle cooperative e così
via. A nostro parere, nelle more dei novanta giorni che saranno concessi alla proprietà
per sanare quei manufatti, sarebbe stato possibile a pensionati, cooperative,
Mato grosso, Festa dell’Unità e così via svolgere le proprie feste. Le due
pratiche sarebbero andate per binari separati. Invece da parte dell’amministrazione
si sono avviate delle azioni di dissuasione, talvolta anche abbastanza
fastidiose, che hanno fatto sì che in molti abbiano desistito dall’intenzione
di fare in quel luogo la Festa. Noi no. Abbiamo piuttosto preferito rinunciare
a far uso dei manufatti privi di titolo edilizio, ma la Festa al faremo, questo
è certo.
Da questo minimo riassunto, emerge chiaramente l’intento di
impedire che la nostra festa si svolgesse, come atto non marginale di uno
scontro politico che questa amministrazione ha deciso di intraprendere, coinvolgendo
in questo anche quanti oggi pagheranno le esternalità involontarie di tale disegno.
Ci sia di mezzo il nostro ruolo di opposizione in Consiglio comunale, ci sia di
mezzo la nostra opposizione ferma al festival neonazista graziosamente concesso
dalla Giunta cittadina, sta di fatto che il tentativo (fallito) di liquidare la
nostra presenza organizzata c’è stato e nessuno può negarlo.
Nessun commento:
Posta un commento