sabato 11 aprile 2015

Cantù way of (politic) life


Prima un sindaco che si dice entusiasta di sé, “oggettivamente bravo”, e che si promuove da solo per un seggio da parlamentare, in quella Roma politica, dove “…mi piacerebbe molto avere la possibilità di sputare in faccia in Parlamento a chi di dovere”. Insomma un vero gentleman. Poi il consigliere di supporto, l’ex leghista Masocco, oggi simpatizzante del medesimo sindaco, che dichiara: “uno ammattisce e arriva a pensare di suicidarsi, ma per me chi si suicida dovrebbe prima andare a Roma e ammazzarne cinque o sei” (stava tentando di giustificare il criminale che ha fatto una strage al palazzo di giustizia di Milano). E per non farsi mancare nulla, persino una bella rivalutazione della mafia, sì proprio la mafia criminale, quella che si dimostra più efficiente dello Stato: “Lo Stato ci rovina, se vai dalla mafia in tre giorni hai la sentenza.” E ciascuno può intendere di quale sentenza si possa trattare.
La politica a Cantù ha deciso di togliere ogni filtro etico all’abbrutimento morale: quello che ci si ritrova a pensare, anche nei momenti di peggior desolazione, viene direttamente reso pubblico, dal basso ventre alla voce o alla dichiarazione scritta. Forse questa è la nuova frontiera del politically uncorrect, dell’efficacia comunicativa, del profondo pensiero dei governanti cittadini. Resta tuttavia una brutta pagina della storia pubblica canturina. Alla quale noi non vogliamo attenerci e contro la quale protestiamo che esiste un altro modo, più urbano e concreto, di confrontarsi.  Di fronte a tanta iracondia, che starebbe benissimo nel quinto cerchio infernale di Dante, quello di “color cui vinse l’ira”, sorge spontaneo il desiderio di lasciarsi alle spalle tanti anni di rabbia e presunzione. La nostra città ha bisogno di guardare avanti, di non perdersi più in un gioco retorico di rancore e vituperio; avrebbe bisogno anche di una rapida ed energica opera di pulizia lessicale, di serietà morale e di un confronto serio e sereno. Cose diventate impossibili ormai, da oltre venti anni a questa parte.

Noi vogliamo con ogni forza dimostrare che sarà possibile cambiare pagina e guardare avanti verso una convivenza più civile.

Nessun commento: