domenica 15 febbraio 2015

Piano del Traffico cittadino: sbagliato, insufficiente e approssimativo


Il Piano urbano del traffico sarà in discussione nella seduta congiunta delle commissioni consiliari Lavori pubblici e Urbanistica il prossimo 17 febbraio. All’ordine del giorno è prevista l’approvazione di  un piano che a parere nostro, e anche a detta di tanti che l’hanno analizzato, risulta sbagliato, insufficiente e approssimativo.
Esso si fonda su dati  di flusso del traffico non aggiornati (risalenti al 2008), e, anche se in premessa si dichiara che poco o nulla è cambiato da allora per centri di medie dimensioni,  nutriamo forti dubbi sulla sua validità attuale.
Non fornisce risposte strutturali al problema del traffico cittadino. Viene visto come strumento eminentemente tattico, privo quindi di quel respiro strategico che vediamo sempre più diventare una materia carente nella prassi amministrativa della giunta cittadina.
E tuttavia, pur in presenza di tali carenze, assistiamo alla sua proposizione come all’affermazione di un diritto di supremazia. Tutto il contrario di quel concetto di trasparenza e partecipazione al quale più volte l’attuale amministrazione ha dichiarato più volte in passato di ispirarsi. 
Il gruppo consiliare del Partito democratico, nella sede appropriata del 17 febbraio, avanzerà le tante e molteplici contrarietà e criticità che abbiamo evidenziato nel corso di un’analisi approfondita di tale progetto. Si tratta di limiti legati al merito della proposta e al metodo utilizzato, che reputiamo non sufficienti per una buona politica fondata su partecipazione e trasparenza.
Tuttavia, intendiamo avanzare almeno tre valutazioni critiche, che (da sole) ci fanno orientare per una contrarietà verso tale progetto:
1)  anzitutto,  ribadiamo l’assenza di dati statistici significativi a supporto della proposta avanzata. La giunta ci presenta un piano che non è neppure valutabile, il che è un limite tecnico del lavoro stesso. L’amministrazione affidò alla società TRT, nel maggio 2014, l’’aggiornamento del PUT, con un costo previsto di 17.380,00 euro. A leggere il piano suddetto, e confrontandolo con quello della Giunta Sala del 2011 (medesima la società incaricata) si può verificare che i due piani sono un perfetto copia e incolla per il 60% del testo presentato. Ebbene, nonostante la società TRT avesse anticipato all’amministrazione che la scelta politica di ampliare a tutto il centro la zona ZTL avrebbe comportato e indotto una serie di criticità dal punto di vista sia tecnico-trasportistico che da quello procedurale, e avesse manifestato la necessità di svolgere ulteriori indagini e verifiche – da effettuarsi preferibilmente nel mese di ottobre 2014 – comportanti un ulteriore onere di 35.380,00 euro,  la giunta cittadina  rinunciò ad effettuare quelle prestazioni aggiuntive (aggiornamento dei rilievi di traffico o sviluppo di una applicazione di simulazione modellistica del traffico, comprensivo di una estesa campagna di rilievi del traffico stesso). Certo, il Comune ha risparmiato dei soldi, ma di fatto non esiste alcuna garanzia che i dati del 2008 siano ancora validi, ad oggi, dopo una crisi economica molto pesante e dopo l’approvazione di un nuovo PGT;
2)  consideriamo che il piano sia pensato esclusivamente come strumento per la fluidificazione del traffico, e cioè per ottenere che i flussi  esistenti  vengano deviati, diluiti, se possibile, o addirittura soltanto spostati. Si tratta di una soluzione sbagliata, perché di fronte a un problema grave relativo all’assetto viario, ci si limita a spostarlo in altri luoghi della città, e non si tenta il superamento di questi problemi. Occorrerebbe un altro approccio, che invece non vediamo;
3)   e infine, non scorgiamo in questo piano una strategia di raccordo della viabilità cittadina con i grandi flussi di traffico extraurbani; non vediamo cioè un progetto volto a garantire la permanenza di Cantù all’interno di un tessuto di relazioni e di comunicazioni con gli altri comuni, e ancor di più con i vasti territori della Regione Lombardia e con i  grandi flussi viabilistici e ferroviari. Questa città avrebbe bisogno di una maggiore e più vasta capacità progettuale della sua classe dirigente. Il che non si può certo dire di un piano che si limita  a operazioni di cambio di verso dei sensi unici, al trasferimento del terminal bus in piazza Marconi, allo spostamento del mercato. Tutte scelte che contestiamo,  soprattutto perché assunte in assenza di un dialogo approfondito, con i maggiori interessati ad esse, che richiede molto più del poco tempo reso disponibile:  l’ennesima prova dell’assenza di partecipazione nelle scelte urbanistiche assunte dall’attuale amministrazione.

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