Il Piano urbano del traffico sarà in discussione nella
seduta congiunta delle commissioni consiliari Lavori pubblici
e Urbanistica il prossimo 17 febbraio. All’ordine del giorno è prevista
l’approvazione di un piano che a parere nostro, e anche a detta
di tanti che l’hanno analizzato, risulta sbagliato, insufficiente e
approssimativo.
Esso si fonda su dati di flusso del traffico non
aggiornati (risalenti al 2008), e, anche se in premessa si dichiara che
poco o nulla è cambiato da allora per centri di medie dimensioni, nutriamo
forti dubbi sulla sua validità attuale.
Non fornisce risposte strutturali al problema del traffico
cittadino. Viene visto come strumento eminentemente tattico, privo quindi di
quel respiro strategico che vediamo sempre più diventare una materia
carente nella prassi amministrativa della giunta cittadina.
E tuttavia, pur in presenza di tali carenze, assistiamo alla
sua proposizione come all’affermazione di un diritto di supremazia. Tutto il
contrario di quel concetto di trasparenza e partecipazione al quale più volte
l’attuale amministrazione ha dichiarato più volte in passato di ispirarsi.
Il gruppo consiliare del Partito democratico, nella sede
appropriata del 17 febbraio, avanzerà le tante e molteplici contrarietà e
criticità che abbiamo evidenziato nel corso di un’analisi approfondita di tale
progetto. Si tratta di limiti legati al merito della proposta e al
metodo utilizzato, che reputiamo non sufficienti per una buona politica fondata
su partecipazione e trasparenza.
Tuttavia, intendiamo avanzare almeno tre valutazioni
critiche, che (da sole) ci fanno orientare per una contrarietà verso tale
progetto:
1) anzitutto, ribadiamo l’assenza di
dati statistici significativi a supporto della proposta avanzata. La giunta ci
presenta un piano che non è neppure valutabile, il che è un limite tecnico del
lavoro stesso. L’amministrazione affidò alla società TRT, nel maggio 2014,
l’’aggiornamento del PUT, con un costo previsto di 17.380,00 euro. A leggere il
piano suddetto, e confrontandolo con quello della Giunta Sala del 2011
(medesima la società incaricata) si può verificare che i due piani sono un
perfetto copia e incolla per il 60% del testo presentato. Ebbene, nonostante la
società TRT avesse anticipato all’amministrazione che la scelta politica
di ampliare a tutto il centro la zona ZTL avrebbe comportato e indotto una
serie di criticità dal punto di vista sia tecnico-trasportistico che da quello
procedurale, e avesse manifestato la necessità di svolgere ulteriori indagini e
verifiche – da effettuarsi preferibilmente nel mese di ottobre 2014 –
comportanti un ulteriore onere di 35.380,00 euro, la giunta
cittadina rinunciò ad effettuare quelle prestazioni aggiuntive (aggiornamento
dei rilievi di traffico o sviluppo di una applicazione di simulazione
modellistica del traffico, comprensivo di una estesa campagna di rilievi del
traffico stesso). Certo, il Comune ha risparmiato dei soldi, ma di fatto
non esiste alcuna garanzia che i dati del 2008 siano ancora validi, ad oggi,
dopo una crisi economica molto pesante e dopo l’approvazione di un nuovo PGT;
2) consideriamo che il piano sia pensato
esclusivamente come strumento per la fluidificazione del traffico, e cioè per
ottenere che i flussi esistenti vengano deviati, diluiti, se
possibile, o addirittura soltanto spostati. Si tratta di una soluzione
sbagliata, perché di fronte a un problema grave relativo all’assetto viario, ci
si limita a spostarlo in altri luoghi della città, e non si tenta il
superamento di questi problemi. Occorrerebbe un altro approccio, che invece non
vediamo;
3) e
infine, non scorgiamo in questo piano una strategia di raccordo della viabilità
cittadina con i grandi flussi di traffico extraurbani; non vediamo cioè un
progetto volto a garantire la permanenza di Cantù all’interno di un tessuto di
relazioni e di comunicazioni con gli altri comuni, e ancor di più con i vasti
territori della Regione Lombardia e con i grandi flussi viabilistici e
ferroviari. Questa città avrebbe bisogno di una maggiore e più vasta capacità
progettuale della sua classe dirigente. Il che non si può certo dire di un
piano che si limita a operazioni di cambio di verso dei sensi unici,
al trasferimento del terminal bus in piazza Marconi, allo spostamento del
mercato. Tutte scelte che contestiamo, soprattutto perché assunte in
assenza di un dialogo approfondito, con i maggiori interessati ad
esse, che richiede molto più del poco tempo reso disponibile:
l’ennesima prova dell’assenza di partecipazione nelle scelte urbanistiche
assunte dall’attuale amministrazione.
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