A seguito dell’approvazione del bilancio di
previsione 2014 del Comune di Cantù, nel quale il gruppo consigliare del
Partito democratico ha espresso un voto contrario, ci piace anzitutto indicare
cosa non dovrebbe essere un bilancio
comunale. Non dovrebbe essere un libro dei sogni, né uno strumento di lotta
politica e tantomeno un veicolo per la continuazione della campagna elettorale
ormai conclusasi da due anni. Invece, l’insistenza con cui l’amministrazione
comunale sta esercitandosi nella polemica distruttiva contro tutti e tutto fa
pensare il peggio per questo importante passaggio politico nella vita di un
comune.
Tale orientamento lo abbiamo compreso, lo scorso
mese, da un documento reale, il discorso che il sindaco di Cantù ha pronunciato
il 2 giugno scorso, in cui addirittura ha avanzato una proposta inquietante,
che vogliamo segnalare qui sotto:
In attesa che il
governo si decida [come intervenire in tema di lavoro, n.d.r.] io mi permetto
di fare oggi una proposta: dia a noi Comuni la possibilità di sostenere il lavoro nei nostri territori in questo
frangente congiunturale […]
In che modo?
Consentendo che gli avanzi di amministrazione (che il patto di stabilità ha reso da anni inutilizzabili) possano invece essere utilizzati (nella percentuale che gli stessi comuni decideranno liberamente e senza predefinita limitazione) anche per la spesa corrente, in modo che possano così essere utilizzati per creare appunto lavoro.
In che modo?
Consentendo che gli avanzi di amministrazione (che il patto di stabilità ha reso da anni inutilizzabili) possano invece essere utilizzati (nella percentuale che gli stessi comuni decideranno liberamente e senza predefinita limitazione) anche per la spesa corrente, in modo che possano così essere utilizzati per creare appunto lavoro.
Una proposta che forse andrebbe bene per il
dibattito al bar sport (senza offesa per i bar sport di tutt’Italia), ma che
non può essere pronunciata da un Sindaco responsabile. Neppure un cultore dello
stato sociale di rito partenopeo (ricordate Gava?), neppure un Cirino Pomicino
oserebbe oggi avanzare tale idea. Ecco, questo non deve essere il lavoro
responsabile di un Comune, sperare cioè la creazione di un esercito di
disoccupati organizzati. Se proprio si riuscirà a svincolare dal patto di
stabilità interno parte dell’avanzo di amministrazione, è giusto e etico, a
favore delle future generazioni soprattutto, che tale avanzo vada agli
investimenti in fondo capitale, alle infrastrutture, alla costruzione di
ricchezza. Non possiamo fare rientrare dalla finestra quanto, con grande fatica
dei cittadini italiani, è stato fatto uscire dalla porta, ovvero l’età della
spesa pubblica facile.
All’interno del bilancio cittadino per l’anno 2014, abbiamo
ravvisato molti elementi interessanti, di natura tecnica, che confermano la
buona competenza degli uffici comunali, ma molti elementi di natura politica
del tutto discutibili, quando non vere e proprie mancanze. In sede di dibattito
consigliare sono stati apportati gli specifici rilievi, punto per punto, grazie
al lavoro del gruppo consigliare del Partito democratico di Cantù, che ha
dimostrato competenza e preparazione su tale materia.
Nel frattempo, abbiamo notato quanto tale bilancio non abbia rappresentato in pieno un intervento
responsabile, non demagogico e non preelettorale. Eppure, gli elementi in tale
senso non mancavano alla lettura del bilancio stesso.
Da tale bilancio, inoltre, è emerso quanto la
polemica sia oggi inutile, soprattutto
quando serve a celare proprie carenze e inadeguatezze. Perché, ad esempio, non troviamo
nel bilancio alcuna voce di co-finanziamento
relativa al progetto di Welfare comunale per il quale si è richiesto un
finanziamento a Cariplo? Forse che la Giunta comunale non crede neppure ai
propri progetti?
Infine, abbiamo trovato sproporzionati i fondi
destinati agli investimenti in conto capitale, nel senso che ci sembrano basati
su entrate non certe. E se tali entrate non dovessero rivelarsi sicure nel
corso del 2014? Il bilancio si trasformerebbe in un libro di buone intenzioni
irraggiungibili. E il loro mancato raggiungimento si tramuterebbe nell’ennesima
occasione per avviare una sterile e vacua polemica contro un sistema di cui è
tanto conveniente mostrarsi vittime.
Abbiamo invitato l’amministrazione a un atteggiamento più sobrio e responsabile, nella
fase di approvazione del bilancio, e in mancanza di tale assunzione di
responsabilità, abbiamo deciso per il voto contrario. Un’amministrazione comunale
ha doveri verso i propri cittadini,
anzitutto, ma anche verso una comunità più vasta. Presentare interventi
realistici e non ipotetici, avrebbe rappresentato un servigio reso a quella
verità (di contro al permanente uso della propaganda di questi tempi) che tanto
farebbe bene alla nostra comunità.
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