giovedì 10 luglio 2014

INADEGUATO


Appare ormai imbarazzante ai cittadini canturini ritrovarsi un sindaco evidentemente inadatto a svolgere un ruolo di responsabilità istituzionale, e interessato più alla divisione e alla rissa che alla buona amministrazione.

Per la terza volta, egli ha fatto perdere alla città di Cantù dei finanziamenti che le avrebbero arrecato beneficio: dopo aver perduto i fondi regionali per il commercio; dopo aver perduto i fondi emblematici Cariplo, è oggi la volta dei fondi governativi per la ristrutturazione degli edifici scolastici. E siamo certi che l’elenco delle occasioni mancate non si esaurirà qui.

Egli quindi, al fine di dissimulare la propria ormai palese inadeguatezza, ritaglia su sé le vesti della “vittima del sistema”, secondo un copione ormai collaudato, ai limiti del  ridicolo.

Eppure, le risposte che il sindaco non dà sono ancora attese. Perché Cantù ha perduto i finanziamenti per le scuole? Il nostro gruppo consigliare ha già chiesto di acquisire la documentazione relativa, per fare chiarezza su questo caso. E tuttavia alcune cose sono già evidenti sin d’ora: il sindaco ha sottovalutato un'iniziativa del Governo italiano, immaginando che fosse una boutade propagandistica, e ha avanzato una richiesta esorbitante al Governo sul piano finanziario.

Richiedere per la ristrutturazione delle scuole di via Andina la cifra lunare di 5 milioni di euro è stato il vero motivo del mancato accoglimento di tale richiesta: si consideri che in Provincia di Como sono giunti non più di 15 milioni.

Per di più, non pago di tale richiesta scriteriata, ha così risposto al Governo che lo sollecitava ad avanzare specifiche indicazioni per la ristrutturazione degli edifici scolastici: “caro Presidente del Consiglio, non ci garba che ci chieda di scegliere una scuola del nostro comune […]. Non ci garba perché la sentiamo come una gran presa per il culo” (testuali parole, del 5 marzo scorso) E inoltre: “Ma una risposta alla sua letterina, caro Presidente, gliela invierò comunque… Non fosse altro per comunicarle che sono un sindaco che si è strarotto di continui bla bla bla governativi e ministeriali”. Insomma, una bella sottovalutazione delle richieste del Governo, di cui oggi Cantù sconta il costo.

Queste non sono parole degne del sindaco della seconda città della provincia di Como. Evidenziano la sua scommessa perdente: avere puntato sul lessico e sul metodo dell’antipolitica, del qualunquismo e del populismo, proprio mentre dal Paese intero, e dagli sessi cittadini di Cantù, giunge una richiesta di politica, di responsabilità e di serietà.

È giunto il momento che egli lasci la propria carica, se deve continuare a interpretarla a questo modo, per evitare alla città di Cantù ulteriori umiliazioni e un’involuzione della propria convivenza civile.

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