venerdì 11 aprile 2014

Una volta per tutte. I diritti rimessi in discussione non ci convincono


Durante un incontro nella sede della forza politica di Lavori in corso, svoltosi ieri sera (10 aprile 2014), siamo stati richiesti, insieme ad altre associazione culturali e politiche cittadine, di aderire a un costutuendo comitato volto a sostenere una battaglia civica e libertaria, nel segno dei diritti fondamentali dell'individuo. Di fatto ci è stato proposto un coordinamento da contrapporre al comitato civico leghista che si è incaricato di raccogliere firme su un appello contrario alla costruzione di una Moschea in città.

Il Partito democratico di Cantù ha deciso di non aderire ad alcun comitato che tenda a ribadire un tema che, a nostro parere, è stato già risolto una volta per tutte dal voto in Consiglio comunale sul Piano di governo del territorio, allorché di fronte a una richiesta di un privato di cambiare destinazione d’uso a un proprio capannone industriale, l’organo rappresentativo di tutti i cittadini canturini votò favorevolmente a tale richiesta.

Ogni  altra iniziativa che ri-metta in discussione tale decisione, ci sembra gratuita se non interessata. E a tali condizioni abbiamo deciso di non partecipare a uno scontro che corre il rischio di danneggiare ulteriormente la città di Cantù, i suoi abitanti, le sue istituzioni, già largamente indebolite da una gestione amministrativa segnata da tensioni, contraddizioni, incertezze ed esitazioni, nonché da una comunicazione ansiogena e adrenalinica.

È un grave errore, a nostro parere, che avvenga una forte strumentalizzazione di sentimenti e paure da parte di chicchessia. La Lega Nord, facendo leva su sentimenti di paura del diverso ancora molto presenti in città, opera una pesante strumentalizzazione di tale sentire, facendo apparire una pur lontana possibilità di revocare la decisione già assunta in sede consiliare. E così non è. D’altra parte, l’idea di rispondere a forzatura con forzatura ci fa paventare che possa nascere una seconda e speculare strumentalizzazione di speranze e desideri, quelle degli uomini e delle donne della comunità musulmana, cui si fa balenare l’imminenza di una integrazione "per decreto".

Il processo del dialogo tra canturini e immigrati di recente o lontana immigrazione è un processo che per sua natura, come tutti i fatti profondi della dimensione culturale, non avrà tempi brevi, e per certi versi inizia proprio oggi. Né lo si può ridurre al semplice dialogo interreligioso. Esso ha luoghi del confronto e del dialogo spesso imprevedibili, altre volte evidenti e canonici, come le istituzioni formative, la scuola prima di tutte, o i luoghi di lavoro.

La nostra decisione non significa che il Partito democratico disconosca il diritto di ciascun uomo di poter praticare il proprio culto religioso. Semmai, chiediamo a quanti detengono il controllo delle istituzioni comunali di procedere, come da loro stessi deciso, verso la concretizzazione del voto sulla variante al PGT di cui abbiamo detto (ad esempio valutazione del numero di fruitori possibili della struttura religiosa, ricettività del luogo, eventuali ricadute sul traffico e così via). Sono altri i veri problemi che oggi andrebbero affrontati con forza dalla politica cittadina: il tema della crisi economica, quello delle responsabilità dell’amministrazione pubblica, ad ogni livello, locale, regionale o nazionale, per dare strumenti di qualificazione e riqualificazione a quanti perdono il proprio impiego o quanti sono alla ricerca di un loro primo impego, soprattutto i più giovani. Su tali argomenti sì chiediamo a chiunque sia interessato di impegnarsi, ma sempre dentro le istituzioni democratiche, che continuano a essere la vera casa di tutti i cittadini.

Nessun commento: