Durante un incontro nella sede della forza politica
di Lavori in corso, svoltosi ieri sera (10 aprile 2014), siamo stati richiesti, insieme ad altre
associazione culturali e politiche cittadine, di aderire a un costutuendo
comitato volto a sostenere una battaglia civica e libertaria, nel segno dei diritti
fondamentali dell'individuo. Di fatto ci è stato proposto un coordinamento da
contrapporre al comitato civico leghista che si è incaricato di raccogliere
firme su un appello contrario alla costruzione di una Moschea in città.
Il Partito democratico di Cantù ha deciso di non
aderire ad alcun comitato che tenda a ribadire un tema che, a nostro parere, è
stato già risolto una volta per tutte dal voto in Consiglio comunale sul
Piano di governo del territorio, allorché di fronte a una richiesta di un
privato di cambiare destinazione d’uso a un proprio capannone industriale, l’organo
rappresentativo di tutti i cittadini canturini votò favorevolmente a tale
richiesta.
Ogni altra
iniziativa che ri-metta in discussione tale decisione, ci sembra gratuita se
non interessata. E a tali condizioni abbiamo deciso di non partecipare a uno
scontro che corre il rischio di danneggiare ulteriormente la città di Cantù, i
suoi abitanti, le sue istituzioni, già largamente indebolite da una gestione amministrativa
segnata da tensioni, contraddizioni, incertezze ed esitazioni, nonché da una
comunicazione ansiogena e adrenalinica.
È un grave errore, a nostro parere, che avvenga una
forte strumentalizzazione di sentimenti e paure da parte di chicchessia. La Lega
Nord, facendo leva su sentimenti di paura del diverso ancora molto presenti in città,
opera una pesante strumentalizzazione di tale sentire, facendo apparire una
pur lontana possibilità di revocare la decisione già assunta in sede consiliare.
E così non è. D’altra parte, l’idea di rispondere a forzatura con forzatura ci
fa paventare che possa nascere una seconda e speculare strumentalizzazione di
speranze e desideri, quelle degli uomini e delle donne della comunità
musulmana, cui si fa balenare l’imminenza di una integrazione "per decreto".
Il processo del dialogo tra canturini e immigrati di
recente o lontana immigrazione è un processo che per sua natura, come tutti i
fatti profondi della dimensione culturale, non avrà tempi brevi, e per certi
versi inizia proprio oggi. Né lo si può ridurre al semplice dialogo interreligioso.
Esso ha luoghi del confronto e del dialogo spesso imprevedibili, altre volte
evidenti e canonici, come le istituzioni formative, la scuola prima di tutte, o
i luoghi di lavoro.
La nostra decisione non significa che il Partito
democratico disconosca il diritto di ciascun uomo di poter praticare il proprio
culto religioso. Semmai, chiediamo a quanti detengono il controllo delle
istituzioni comunali di procedere, come da loro stessi deciso, verso la
concretizzazione del voto sulla variante al PGT di cui abbiamo detto (ad esempio valutazione del numero di fruitori possibili della struttura religiosa, ricettività del luogo, eventuali ricadute sul traffico e così via). Sono
altri i veri problemi che oggi andrebbero affrontati con forza dalla politica
cittadina: il tema della crisi economica, quello delle responsabilità dell’amministrazione
pubblica, ad ogni livello, locale, regionale o nazionale, per dare strumenti di
qualificazione e riqualificazione a quanti perdono il proprio impiego o quanti sono alla ricerca di un loro primo impego, soprattutto i più giovani. Su tali
argomenti sì chiediamo a chiunque sia interessato di impegnarsi, ma sempre
dentro le istituzioni democratiche, che continuano a essere la vera casa di
tutti i cittadini.
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