domenica 20 aprile 2014

Precari. Flessibili. Spericolati. Il lavoro e l'economia al tempo del Job act. Due incontri a Cantù









A quasi due anni dalla crisi Eleca, nella quale il Sindaco convocò la propria giunta davanti ai cancelli dell'azienda, ben poco è stato fatto. Abbiamo perduto troppi giorni, nella città di Cantù, a rincorrere gli effetti speciali, le azioni di disturbo, le  polemiche tra un Sindaco in crisi d'ossigeno e i leghisti alla ricerca del voto perduto.


È tempo di dire addio a polemiche create ad arte (anche quando non hanno alcun costrutto), come la ricercata rissa sul tema della Moschea, ormai incomprensibile, visto che la decisione è stata già presa e nulla potrebbe impedirla.

 

È tempo di affrontare il vero tema che ci riguarda. La crisi, l’economia, il lavoro.
Ci sono ragioni per affrontare questa tematica? Sì, e riguardano proprio la nuova natura della crisi, che difficilmente potrà essere superata, riportandoci al punto di partenza, come se nulla fosse accaduto.


 

Da questa difficile congiuntura, usciremo certo, ma profondamente cambiati, nel modo di concepire la ricchezza, il lavoro, la socialità.

 

Esiste quindi anzitutto una ragione culturale. Serve ragionare su tale crisi, per far comprendere quanto siano diverse le condizioni nelle quali, oggi, si affronta il problema del lavoro. Immaginare che, come in passato, chi abbia difficoltà nel collocarsi o ricollocarsi nel mondo del lavoro lo possa fare in perfetta solitudine, senza altr’interlocutore che le reti amicali o familiari, rappresenterebbe un errore di prospettiva. Servono reti di solidarietà e di conoscenza del mercato del lavoro molto più solide, strutturate e vivaci.

 

In una nostra proposta politica, che avanzeremo ai cittadini di Cantù nei prossimi giorni, pensiamo che sia necessario costruire reti di parternariato solide e innovative, che coinvolgano imprese, lavoratori, istituzioni e associazioni di volontariato.

 

Solo a partire da una rinnovata e ripensata solidarietà tra imprenditori e lavoratori e tra generazioni diverse, immaginiamo sia possibile oggi ridare fiato all’economia canturina; un’economia che denota Alcuni segnali di vitalità certo, ma anche grandi difficoltà.

 

La nostra proposta, oltretutto, si inserisce in un disegno di riforma complessiva del mercato del lavoro, che a livello nazionale ha trovato un conio straniero nel termine di Job Act.

 

Che tale iniziativa sia urgente, ci hanno convinto i dati che hanno riguardato l’andamento del mercato del lavoro in città e nel contesto più vasto dell’intero canturino. Dati che segnalano due difficoltà. La prima riguarda i giovani. Troppi giovani qualificati stentano a trovare occupazione di qualità. Il che significa unno spreco vastissimo di professionalità e di investimenti volti alla loro formazione. La seconda riguarda una sosta di cronicizzazione delel difficoltà. I dati che riguardano il 2013, pur gravi, non sono molto diversi da quelli del 2010. Il che significa che in tre anni le condizioni di inoccupazione dei giovani e di chiusura di aziende in difficoltà non sono mutate. Anche la politica e le istituzioni devono quindi fare qualcosa.

 

Infatti, gli iscritti al collocamento nel canturino risultano nel 2013 pari a 3.701 addetti, su un totale di 18 mila 865 in provincia di Como. Mentre per la città di Cantù siamo a 1.250 iscritti al collocamento (635 maschi e 615 femmine).

 

Gli avviamenti al lavoro risultano invece pari a 10.758 unità (5.575maschi, 5.183 femmine), su un totale di 60.609 in provincia di Como. Su questo dato va effettuata la tara, per il fatto che si calcola ogni avviamento, per cui se un lavoratore a contratto dovesse essere stato avviato a due diversi lavori nel corso dell’anno 2013, esso  comprenderebbe due avviamenti.

 

Se consideriamo che lo stock degli occupati complessivo in provincia di Como è pari a oltre 200 mila addetti in posizione di lavoratore dipendente, si evince che il mercato del lavoro in provincia di Como, e a Cantù non in modo difforme, è  sufficientemente dinamico. La tipologia delle assunzioni comprende un 3% circa di contratti d’apprendistato; un 7 % di contratti del tipo a collaborazione coordinata e continuativa;  un 59,5 % di assunzioni a contratto a tempo determinato;  solo un 15,8 % a contratto a tempo indeterminato (pari quindi a circa un solo occupato su sei). Le altre tipologie comprendono le collaboratrici familiari e le assunzioni a chiamata (circa il 9 %).

 

Di tutto questo ragioneremo in due riprese, sempre al centro civico di Vighizzolo, in via San Giuseppe a Cantù.



Nella prima, il 28 aprile, alle ore 21,00 affronteremo il tema: Lavoro ed economia nel canturino.
Come li vedono operatori, imprenditori, sindacati e lavoratori.



Interverranno:


Stefano Falconeri, operaio e sindacalista FIM
Mattia Soliani, project manager presso agenzia lavoro
Marco Patrini, commercio e grande distribuzione
Matteo Roncoroni, Enaip Cantù
Antonella Bernareggi, dirigente Comune di Cantù 
Lorenzo Orsenigo, Imprenditore.
Alessandro Tarpini, segretario camera del lavoro  CGIL provincia di Como



Nella seconda serata, l’8 maggio alle ore 21,00, affronteremo il tema: Come cambieranno il mondo del lavoro e l’economia canturini? Le nostre proposte.


Interverranno:

Marco Leonardi, Docente economia politica Università di Milano
On Chiara Braga, segreteria nazionale Partito democratico
Luca Delfinetti, assessore lavoro e attività produttive Comune di Cantù
Fausto Tagliabue, Segreteria provincia di Como del Partito democratico







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