di Giorgio Bruschi
(direttivo cittadino Partito democratico)
Assistiamo
preoccupati all’emergere di un ennesimo movimento di protesta anti tasse.
Tuttavia, come detto da un grande filosofo tedesco, i fatti storici si
presentano una prima volta sotto forma di tragedia, e per la seconda sotto il
segno del comico. Oggi siamo alla seconda fase, in quel di Cantù: imprenditori
coinvolti anche con le forze politiche che per un ventennio hanno governato i
nostri comuni, ora si ricollocano sotto il segno dell’antipolitica, e trovano a
sostenerli e a spalleggiarli il sindaco che, nella Città di Cantù, non ha
esitato a imporre l’addizionale Irpef al massimo dell’aliquota, esentando dal
versamento i soli redditi sotto i 15 mila euro annui.
E
tuttavia, occorre fare chiarezza, parlare ai cittadini della nostra città il
linguaggio della verità. Per questo è indispensabile svolgere un ragionamento
serio, che chiarisca e fornisca, anzitutto, informazioni tangibili.
1. Lo spread dei BOT italiani rispetto ai titoli pubblici tedeschi
aveva raggiunto, a metà 2011, col Governo PDL/LEGA, 550 punti; oggi siamo a 230
punti. Solo questa discesa ci fa risparmiare, tendenzialmente, 60 miliardi di Euro per interessi all’anno,
sul debito pubblico.
2. Quando è finito il Governo
Prodi, nel 2008, lo spread era a 53 punti, il rapporto debito pubblico/PIL era
del 103%; invece quando è terminato il
Governo PDL/LEGA, nel 2011, il rapporto era del 122% a dimostrazione, da un lato, dell’attacco dei boiardi
PDL/LEGA alla spesa dello Stato e dall’altro degli sprechi e della incapacità nel gestire la spesa pubblica del
tandem PDL/LEGA.
3. Quando c’è un cambio di
moneta, come avvenuto in Italia con l’adozione dell’Euro al posto della lira,
non è tanto importante il rapporto di cambio, quanto il controllo, da parte del
Governo in carica, sulla dinamica del prezzi. In Italia si è teso a dire: 1
Euro = 1.000 lire mentre, invece, il
rapporto era 1 Euro = 2.000 lire. Il Governo in carica era quello di PDL/LEGA, che si è guardato bene
di fare il benché minimo controllo dei prezzi, ad esempio, mettendo nei
cartellini dei prodotti in vendita, il prezzo
in lire e quello in euro; ma ha
lasciato andare tutto a se stesso con la conseguenza di un impoverimento della
società italiana che ha fatto sì che i lavoratori a reddito fisso non hanno
potuto scaricare l’aumento dei prezzi e, quindi, si sono impoveriti (il reddito
del ceto medio è diminuito del 10% del
PIL).
4. L’uscita dall’Euro, adesso,
secondo degli studi di alcuni economisti, porterebbe la “nuova” lira a perdere
sino al 30% sui valori attuali con conseguente diminuzione, tra l’altro, sui
risparmi, stipendi, pensioni etc. e provocherebbe una perdita di competitività
alle nostre aziende che lavorano con l’estero, perché non tutte riuscirebbero a
scaricare questa inflazione sui clienti esterni.
5. La presenza del partito
democratico al Governo del Paese si giustifica, oltre che per dare credibilità
al Paese in Europa (ci ricordiamo tutti del sorrisetto di sufficienza tra la
Merkel e Hollande quando hanno parlato di Berlusconi, capo del Governo
Italiano, o di Berlusconi che faceva “cucù” alla Merkel), per realizzare una
“spending review” rigorosa e imporre i costi standard nelle varie
amministrazioni pubbliche. È soltanto diminuendo
la spesa improduttiva che si potranno diminuire le tasse. I governi di PDL/LEGA hanno semplicemente
spostato l’aumento delle tasse dallo Stato agli Enti locali obbligandoli, poi,
al rispetto del “Patto di stabilità” da loro imposto per la prima volta. Il
fatto poi che Berlusconi-Tremonti, anche a Settembre 2011, non riconoscessero
che l’Italia era in una profonda crisi economica, ha incancrenito i problemi.
6. Noi siamo impegnati, con i nostri
parlamentari, a chiedere nuove misure di sostegno per il rilancio dell’economia
come, ad esempio, l’emissione di nuovi “Bond” per i prestiti alle piccole e
medie imprese.
7. Stupisce quindi vedere il Sindaco Bizzozzero partecipare ad
una manifestazione anti-tasse. Al di là dell’assurdità che un funzionario pubblico
partecipi a tali manifestazioni, lo stupore deriva dal fatto che, con la sua Amministrazione, i cittadini di
Cantù hanno visto :
- imporre per la prima volta
l’addizionale Irpef e cha vale poco meno di 3 milioni di Euro;
aumentare
le aliquote IMU, senza alcun ritorno per le categorie produttive, com’era
previsto nel suo programma elettorale;
-
aumentare le tariffe dei posteggi a pagamento mettendo in ulteriore difficoltà
le famiglie e le attività commerciali (le giustificazioni, alquanto patetiche,
venute dal Sindaco, consistono nel fatto che 20 euro al mese di maggiori
spese per i nuovi posteggi a pagamento non sono niente…).
8.
L’esigenza di tagliare la spesa improduttiva del Comune di Cantù, più volte
illustrata dal Sindaco in campagna
elettorale, non è stata corrisposta, ma il Sindaco si è limitato a dire più
volte che nell’Amministrazione Comunale ci sono degli “scansafatiche”. Quando
però è stato chiamato a dimostrare quanto detto e ad agire di conseguenza, se
n’è ben guardato; non solo, ma non ha neanche sperimentato l’unica diminuzione certa di spese, cioè
quella di diminuire il suo stipendio e quella dei suoi assessori.
Pensiamo
in conclusione di tali considerazioni che in un contesto socioeconomico tanto
drammatico, occorrerebbero anzitutto coerenza e verità. Occorre stare dalla parte dei lavoratori che
hanno perso il loro impiego e degli imprenditori che vanno avanti, pur tra
mille difficoltà, nel loro difficile impegno. Soltanto chi non ha proceduto con
infingimenti e demagogia può permettersi, oggi, di guardare questi soggetti
negli occhi, proprio per il fatto di aver privilegiato l’interesse del Paese al
proprio. Il compito della politica è oggi quello di ridurre la spesa pubblica,
e di ridimensionare il rapporto tra debito e PIL, al fine di creare le
condizioni di un rilancio dell’occupazione. Riuscire a ridurre la spesa
pubblica è la condizione indispensabile
per ridurre le tasse. Chi avrà la forza di reggere su tale obiettivo sarà pronto a iniziare una nuova fase nel nostro
Paese per portare avanti, oltre a quanto detto prima, le riforme (Giustizia,
Fisco etc.) necessarie al Paese
Nessun commento:
Posta un commento