lunedì 25 novembre 2013

Tasse, proteste e furbizie cittadine


 
 
di Giorgio Bruschi
(direttivo cittadino Partito democratico)
 
 
Assistiamo preoccupati all’emergere di un ennesimo movimento di protesta anti tasse. Tuttavia, come detto da un grande filosofo tedesco, i fatti storici si presentano una prima volta sotto forma di tragedia, e per la seconda sotto il segno del comico. Oggi siamo alla seconda fase, in quel di Cantù: imprenditori coinvolti anche con le forze politiche che per un ventennio hanno governato i nostri comuni, ora si ricollocano sotto il segno dell’antipolitica, e trovano a sostenerli e a spalleggiarli il sindaco che, nella Città di Cantù, non ha esitato a imporre l’addizionale Irpef al massimo dell’aliquota, esentando dal versamento i soli redditi sotto i 15 mila euro annui.
E tuttavia, occorre fare chiarezza, parlare ai cittadini della nostra città il linguaggio della verità. Per questo è indispensabile svolgere un ragionamento serio, che chiarisca e fornisca, anzitutto, informazioni tangibili.
 
1. Lo spread dei BOT  italiani rispetto ai titoli pubblici tedeschi aveva raggiunto, a metà 2011, col Governo PDL/LEGA, 550 punti; oggi siamo a 230 punti. Solo questa discesa ci fa risparmiare, tendenzialmente,  60 miliardi di Euro per interessi all’anno, sul debito pubblico.
 
2. Quando è finito il Governo Prodi, nel 2008, lo spread era a 53 punti, il rapporto debito pubblico/PIL era del 103%; invece quando è terminato  il Governo PDL/LEGA, nel 2011, il rapporto era del 122%  a dimostrazione, da un lato, dell’attacco dei boiardi PDL/LEGA alla spesa dello Stato e dall’altro degli sprechi e della  incapacità nel gestire la spesa pubblica del tandem PDL/LEGA.
 
3. Quando c’è un cambio di moneta, come avvenuto in Italia con l’adozione dell’Euro al posto della lira, non è tanto importante il rapporto di cambio, quanto il controllo, da parte del Governo in carica, sulla dinamica del prezzi. In Italia si è teso a dire: 1 Euro =  1.000 lire mentre, invece, il rapporto era 1 Euro = 2.000 lire. Il Governo in carica  era quello di PDL/LEGA, che si è guardato bene di fare il benché minimo controllo dei prezzi, ad esempio, mettendo nei cartellini dei prodotti in vendita, il prezzo  in  lire e quello in euro; ma ha lasciato andare tutto a se stesso con la conseguenza di un impoverimento della società italiana che ha fatto sì che i lavoratori a reddito fisso non hanno potuto scaricare l’aumento dei prezzi e, quindi, si sono impoveriti (il reddito del  ceto medio è diminuito del 10% del PIL).
 
4. L’uscita dall’Euro, adesso, secondo degli studi di alcuni economisti, porterebbe la “nuova” lira a perdere sino al 30% sui valori attuali con conseguente diminuzione, tra l’altro, sui risparmi, stipendi, pensioni etc. e provocherebbe una perdita di competitività alle nostre aziende che lavorano con l’estero, perché non tutte riuscirebbero a scaricare questa inflazione sui clienti esterni.
 
5. La presenza del partito democratico al Governo del Paese si giustifica, oltre che per dare credibilità al Paese in Europa (ci ricordiamo tutti del sorrisetto di sufficienza tra la Merkel e Hollande quando hanno parlato di Berlusconi, capo del Governo Italiano, o di Berlusconi che faceva “cucù” alla Merkel),  per realizzare una “spending review” rigorosa e imporre i costi standard nelle varie amministrazioni pubbliche. È  soltanto diminuendo la spesa improduttiva che si potranno diminuire le tasse.   I governi di PDL/LEGA hanno semplicemente spostato l’aumento delle tasse dallo Stato agli Enti locali obbligandoli, poi, al rispetto del “Patto di stabilità” da loro imposto per la prima volta. Il fatto poi che Berlusconi-Tremonti, anche a Settembre 2011, non riconoscessero che l’Italia era in una profonda crisi economica, ha incancrenito i problemi.
 
6. Noi siamo impegnati, con i nostri parlamentari, a chiedere nuove misure di sostegno per il rilancio dell’economia come, ad esempio, l’emissione di nuovi “Bond” per i prestiti alle piccole e medie imprese.
 
7. Stupisce quindi  vedere il Sindaco Bizzozzero partecipare ad una manifestazione anti-tasse.  Al di là  dell’assurdità che un funzionario pubblico partecipi a tali manifestazioni, lo stupore deriva dal fatto che,  con la sua Amministrazione, i cittadini di Cantù hanno visto :
- imporre per la prima volta l’addizionale Irpef e cha vale poco meno di 3 milioni di Euro;
aumentare le aliquote IMU, senza alcun ritorno per le categorie produttive, com’era previsto nel suo  programma elettorale;
- aumentare le tariffe dei posteggi a pagamento mettendo in ulteriore difficoltà le famiglie e le attività commerciali (le giustificazioni, alquanto patetiche, venute dal Sindaco, consistono nel fatto che 20 euro al mese di maggiori spese per   i nuovi  posteggi a pagamento non sono niente…).
 
8. L’esigenza di tagliare la spesa improduttiva del Comune di Cantù, più volte illustrata  dal Sindaco in campagna elettorale, non è stata corrisposta, ma il Sindaco si è limitato a dire più volte che nell’Amministrazione Comunale ci sono degli “scansafatiche”. Quando però è stato chiamato a dimostrare quanto detto e ad agire di conseguenza, se n’è ben guardato; non solo, ma non ha neanche sperimentato  l’unica diminuzione certa di spese, cioè quella di diminuire il suo stipendio e quella dei suoi assessori.
 
Pensiamo in conclusione di tali considerazioni che in un contesto socioeconomico tanto drammatico, occorrerebbero anzitutto coerenza e verità.  Occorre stare dalla parte dei lavoratori che hanno perso il loro impiego e degli imprenditori che vanno avanti, pur tra mille difficoltà, nel loro difficile impegno. Soltanto chi non ha proceduto con infingimenti e demagogia può permettersi, oggi, di guardare questi soggetti negli occhi, proprio per il fatto di aver privilegiato l’interesse del Paese al proprio. Il compito della politica è oggi quello di ridurre la spesa pubblica, e di ridimensionare il rapporto tra debito e PIL, al fine di creare le condizioni di un rilancio dell’occupazione. Riuscire a ridurre la spesa pubblica è la  condizione indispensabile per ridurre le tasse. Chi avrà la forza di reggere su tale obiettivo sarà  pronto a iniziare una nuova fase nel nostro Paese per portare avanti, oltre a quanto detto prima, le riforme (Giustizia, Fisco etc.) necessarie al Paese
 

 

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