
Tratto distintivo e qualificante di questo progetto:
la partecipazione, che sarebbe stata il suggello decisivo, la certificazione di
qualità della prassi amministrativa della neo-giunta targata Lavori in Corso.
Poi il sogno è svanito. Dopo il
Documento di Piano, sono arrivati le prosastiche norme e il piano dei servizi;
la partecipazione è svanita; la “certificazione di qualità” e le buone promesse
sono finte nel confine delle buone intenzioni, di cui sono lastricate le vie
dell’inferno, come è notorio.
Nella conferenza stampa dello
scorso 8 novembre, il capogruppo del Partito democratico in Consiglio comunale,
Antonio Pagani, è riuscito nell’opera di elencare, una a una, tali mancate
promesse. Le segnaliamo di seguito.
Il Documento di Piano elencava
obiettivi, che però sono stati successivamente disattesi dal Piano dei Servizi
e, specialmente, dal Piano delle Regole, documenti pubblicati pochi giorni
prima del voto per l’adozione del PGT.
- Tutela
delle aree di valore paesaggistico-ambientale e della rete ecologica.
- Limiti
al consumo di suolo all’esterno del tessuto urbano consolidato.
3. Il
terzo impegno riguardava la valorizzazione e il recupero dei centri
storici e del tessuto urbano consolidato.
Una tale proposta conteneva
l’idea che potessero essere realizzate delle linee verdi ecologiche interne al
centro cittadino. Manca però nel PGT un piano viabilistico, e ciò rende
oltretutto difficile realizzare la precedente proposta.
L’intero PGT è poi carente di un
censimento dell’esistente patrimonio immobiliare non utilizzato: il che crea un
conseguente errato dimensionamento delle previsioni del Piano.
Di fatto, si legge una riproposizione
integrale del Piano regolatore vigente, ma in un contesto economico e sociale
completamente diverso.
Anche il Piano Integrato di Intervento
(PII) per l’area del De Amicis risulta concepito in termini non strategici e manca
di una visione complessiva che indichi una visione futura del centro della
città.
Risulta poi che siano proposte
alcune trasformazioni di aree a verde in ambiti produttivi. Il che è quanto più
distante possa esserci rispetto all’intenzione di valorizzare le condizioni di
vita nei centri abitati.
Ebbene, continuando nella prassi
di contraddire le proprie buone intenzioni, misuriamo al contrario un’espansione,
in termini di densità edilizia, degli insediamenti residenziali e la diminuzione
della aree in cessione gratuita. Sono
interventi che non garantiscono la tutela ambientale prospettata inizialmente.
E allo stesso tempo è poco coerente con le linee iniziali di tutela ambientale
il concentramento delle aree di trasformazione (che si aggiungono alle
lottizzazioni confermate del PRG) nei quartieri di Mirabello e di Fecchio, che
risultano essere i più carenti di spazi pubblici per aggregazione e animazione
della vita sociale.
Ma non solo: nel PGT si riscontra
una scarsa rilevanza dell’edilizia agevolata e sovvenzionata e dell’housing
sociale, demandato quest’ultimo “alla buona volontà” dei privati.
5. Ultimo appello, riguardava l’incremento,
la riqualificazione e la valorizzazione delle aree produttive, al fine di
mantenere e, se possibile, incrementare i livelli occupazionali.
Ebbene, anziché rilevare un’azione
decisa verso la riqualificazione di quanto esiste, ci si trova in presenza di
un incremento rilevante della densità edilizia (sono previsti edifici dedicati
al produttivo o al terziario per altezze sino a 15 metri). Gli interventi proposti
sembrano limitati ai bisogni attuali più attinenti alla gestione dello
Sportello Unico per le Attività Produttive, piuttosto che alla progettazione di
un piano urbanistico: manca infine l’individuazione di aree da destinare al
produttivo, su iniziativa pubblica (PIP), da individuare, nel caso, insieme
agli altri comuni limitrofi.
Siamo quindi in presenza di un
piano le cui ricadute pratiche, nel caso non venisse radicalmente
cambiato, si misurerebbero nei prossimi anni in termini di danni e limiti allo
sviluppo civile e ambientale della città. Non è un caso che i cittadini
canturini abbiano presentato 350 osservazioni per cambiarne le previsioni. Tali
osservazioni sono sicuramente la conseguenza di tante incongruenze ed errate
previsioni, dovute soprattutto a un vuoto di progettualità complessivamente
impegnata. Noi, al pari dei tanti cittadini interessati a cambiarlo,
auspichiamo che la giunta comunale non si chiuda in una ottusa e preconcetta difesa
di un piano incoerente, ma si renda disponibile a revisioni anche profonde della
proposta iniziale, come peraltro si è ripetutamente impegnata a fare.
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