domenica 28 febbraio 2010

Volantini alla deriva

Si può barattare la libertà d’espressione per una ramazza? Francamente crediamo di no. Eppure è quello che sembra proporre il sindaco di Cantù. In un articolo apparso settimana scorsa su Il Giornale di Cantù si ventilava la possibilità di proibire con un’ordinanza la distribuzione di volantini per le strade. «Sporcano», si diceva. E una città sporca non piace a nessuno.
Bisogna tener conto, però, che questi volantini non servono solo per pubblicizzare l’ultima offerta del negozio all’angolo o la serata d’apertura della discoteca di grido. Sono uno strumento di comunicazione indispensabile per chi voglia far sentire la propria voce su argomenti controversi anche senza avere a disposizione mezzi imponenti. Sarebbe forse troppo facile dire che non tutti possono comprarsi tre televisioni o hanno un amico conduttore di talk show. Ma anche scendendo più nello locale è evidente che spesso il volantinaggio rappresenta una forma di contatto diretto di cui i circoli sul territorio e le liste civiche non possono fare a meno. Anche qui si sconta la differenza di mezzi: c’è chi è pieno di amici che offrono cene e cartelloni pubblicitari, e chi, non si sa come, alle cene paga sempre lui. Per questo, anche nell’era di Internet, i volantini restano uno strumento indispensabile per garantire la libertà d’espressione e mantenere vivo il dibattito pubblico.
Il PD di Cantù invita quindi il sindaco a contenere la sua smania d’ordinanze ed evitare di mettere un divieto su un’attività così innocua. Se poi le spazzole dell’EcoNord non riusciranno a tirar su dei semplici fogli di carta da terra… forse sarà il caso di cambiare le spazzole.

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