L’assemblea di un partito politico che governa, pressoché in solitudine,
una cittadina di quarantamila abitanti come Cantù è di per sé un consesso che
ha un valore pubblico, in quanto dalle sue decisioni dipenderebbe il senso e la
direzione della vita amministrativa cittadina. E ciò si traduce in decisioni,
tasse, investimenti, esercizio di discrezionalità varie.
Sembra che i primi a non rammentarsi di tale ruolo sono proprio coloro
che ne fanno parte. Che oggi intervengono con un documento assai pensante che
presenta qualcosa in più di una critica al Sindaco canturino: sembra
addirittura metterne in discussione il metodo di governo. La lista Rugiada che
oggi lancia pesanti accuse contro il Sindaco è infatti tenuta a un patto di
consultazione con la lista gemella di Lavori in corso, e tuttavia sembra agire
con la libertà che è propria di chi pensi di agire senza alcun vincolo di
maggioranza. A meno che quanto scriva oggi Rugiada non sia una preannunciata
chiusura del patto politico di maggioranza che ha retto sin qui il Comune di
Cantù.
A questa presa di posizione pesante e preoccupante, vogliamo aggiungere
quanto nei mesi scorsi fu scritto da altri esponenti dell’attuale maggioranza. Nell’ottobre
dello scorso anno fu affermato da un importante esponente di LIC che è “giunto il tempo di riflettere su alcune situazioni e
su taluni processi in atto che non rispondono ai valori fondanti della nostra
Civica”. Poco dopo, la segreteria cittadina della medesima LIC rincarò il
conto: “Si rende necessario chiarire che il movimento "Fronte di
Liberazione Fiscale" è un'iniziativa personale di Claudio Bizzozero, non
discussa e votata nell'assemblea di "Lavori in Corso," organo
decisionale principale della lista civica".
Mettere una dietro l’altra queste dichiarazioni induce a un forte
pessimismo.
Sono del parere che si debba guardare con rispetto e attenzione al
travaglio interno alla maggioranza cittadina, giunta ormai esangue al traguardo
del quarto anno di vita; travaglio che a questo punto appare evidente e
indiscutibile.
Le intemperanze verbali del Sindaco sono certo un fatto deplorevole, ma
è anche vero che hanno caratterizzato la vita amministrativa cittadina sin dai
suoi primi mesi di governo. Non possono quindi essere prese se non come il
pretesto per una divisione che deve riguardare il merito dell’attività amministrativa,
in termini molto concreti, l’impiego delle risorse di cui può disporre il nostro
Comune.
Chiediamo pertanto ai politici della maggioranza cittadina di parlare
in modo chiaro e trasparente, di rendere pubblico il motivo profondo delle
divisioni che la attraversano, e di assumersi le debite e conseguenti
responsabilità. Se tale conflitto nasce sul tema della scelta del proprio candidato sindaco alle prossime
elezioni comunali, lo rendano noto, facciano trasparire il vero motivo del loro
contendere. La città di Cantù ha il diritto di conoscere. I litigi interni alla maggioranza, proprio per
il fatto che si tratta dell’organo politico che ha la responsabilità del
governo cittadino, non possono essere rubricati a dispute private, ma sono un
fatto pubblico, sul quale la maggioranza ha il dovere di assumere un atteggiamento
responsabile.
Filippo Di Gregorio
Segretario cittadino
Partito democratico Cantù
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