martedì 30 luglio 2013

Cécile Kyenge, la ministra all'integrazione: un'altra Cantù

 
Ieri la città di Cantù ha vissuto un altro momento che segnerà il suo futuro. E nuovamente il Partito democratico ha contribuito al suo realizzarsi. Lo scrivo senza boria o eccessi trionfalistici: è un fatto che non si può discutere; come fu un gesto di gratuita generosità quello con cui il Pd decise di appoggiare al ballottaggio recente il sindaco Bizzozero contro il leghista Molteni.
E per la seconda volta, di nuovo la Lega, con la sua cultura intollerante, ha creato le condizioni perché tale fatto assumesse proporzioni generali, si tingesse di un valore simbolico molto forte. Un diverso atteggiamento, meno clamoroso, avrebbe dato un valore diverso a tutto ciò.
 
Si consideri, oltretutto, che il gesto volgare e irrispettoso di ieri dei leghisti canturini, che escono dall'aula del Consiglio comunale quando vi entra la ministra Kyenge, si iscrive in un contesto del tutto normale e pacifico, direi di civile confronto. La ministra era a Cantù per un dibattito con il sindaco di Varese Fontana (leghista) , organizzato nell'ambito della Festa del Partito democratico in corso sempre a Cantù. Quindi, protestando contro Cécile Kyenge, i "barbari" leghisti canturini hanno in qualche modo dato del traditore al loro compagno di partito. Insomma, mostruosità proprie di un partito in profonda crisi. Un partito che farebbe bene a ripensarsi, se vorrà continuare a rappresentare qualcosa persino nell'operosa Brianza.
 
Quindi, ieri sera, con il successo di una presenza che ha saputo attirare su sé il rispetto e la simpatia di tanti canturini, che sono accorsi a sentire la ministra del Pd al parco del bersagliere, abbiamo ricevuto un bel segnale per la nostra città, che ha le risorse per diventare una città aperta, inclusiva, serena nel suo rapporto con il mondo. Risulta davvero contraddittorio che ci siano in Cantù intelligenze e professionalità in grado di commerciare con i quattro continenti, e poi la cultura politica che viene espressa dalla sua classe dirigente leghista (e non solo) si attardi ancora nell'offesa razzista, nell'intolleranza e nel rigetto dell'altro.
Ieri sera, alla festa del Partito democratico abbiamo visto che può esistere, meglio, che già esiste quest'altra Cantù.

Nessun commento: