lunedì 29 aprile 2013

Miseria della politica urlata e delle violenze verbali


Due fatti, nella giornata in cui la Camera dei deputati vota la fiducia al governo necessitato di Enrico Letta, e sostenuto dal Partito democratico nella sua interezza, e all’indomani della tentata strage davanti a Montecitorio, ad opera di un disperato, armato da un clima di rancore e risentimento, che ha ferito due carabinieri e una passante.

Un esponente del movimento SS di Grillo, Pasquale Caterisano, aderente a quel movimento pubblica una dichiarazione inquietante: “Finché la violenza di stato si chiamerà giustizia,
la giustizia del popolo si chiamerà violenza” (è una frase di Giuseppe Mazzini, il che non ne autorizza l’utilizzo in un momento tanto delicato).

Ebbene, a Roma i grillini si affrettano a gettare acqua sul fuoco, addirittura la capogruppo a Montecitorio va a trovare uno dei due carabinieri feriti, e in Lombardia di inneggia al terrorismo... (nel senso che mentre Mazzini si scontrava con Radetzky, noi viviamo in una Repubblica democratica). Una vera e propria miseria culturale.

Sempre oggi, la figlia del carabiniere Giuseppe Giangrande, dei due militari feriti quello che versa in condizioni gravissime, scambia alcune parole con i giornalisti, e fornisce una lezione per molti. Dignitosa e senza rabbia, mostra addirittura un sorriso, e il desiderio di una pace per tutti. Una risposta ai tanti che sbavano rancore...

Ecco, da una piccola ragazza viene un monito ai tanti che non hanno compreso che in momenti di difficoltà, soprattutto in momenti di difficoltà democratica, occorre guardare alla nostra crisi con dignità, cercando risposte ai problemi, e non ponendone di nuovi. È anche un monito alla politica urlata, ai proclami violenti, agli insulti visti come eleganza esibita, ai sintomi isterici di che provengono dalla società.

La comunità politica tutta dovrebbe isolare tale degradazione lessicale e culturale, e condannarne gli autori.

[Nota dell'autore: originariamente avevo associato il protagonista di questa citazione al gruppo canturino del Movimento; il suo coordinatore, cortesemente, mi ha segnalato che tale signore non è più parte di questo circolo, ma se ho ben compreso sarebbe in altro circolo territoriale (non so come chiamarli bene, spero mi s'intenda lo stesso). Ho pertanto corretto il mio articolo, che solleva ovviamente gli aderenti a MSS di Cantù di ogni vicinanza. Ma  ciò non cambia che vi sia un clima pericoloso che tutti, politici in primo piano, dovrebbero contribuire a stemperare]

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