Il dibattito cittadino sembra ancorato al tema
dell’uso (o dell’abuso) di Piazza Garibaldi, occupata alla sera, in alcuni
giorni della settimana, da consumatori di alcolici che sembrano infastidire
tanti cittadini.
L’assessore alla Sicurezza ha deciso di gettare la
spugna, denunciando la mancanza di norme che lo mettono in grado di agire per
impedire quello scempio; i gestori dei locali sono intervenuti per dire che non
è possibile impedire la vendita di bevande, fino alle 3 del mattino.
Premetto: penso che nessun intervento di polizia,
repressivo, intimidatorio avrebbe un senso. Il tema del consumo e dell’abuso
degli alcolici va affrontato sul piano preventivo, non repressivo.
Tuttavia, non è vero che un’amministrazione non
abbia strumenti per intervenire. Diverse amministrazioni di comuni italiani
sono intervenute per porre fine a situazioni ingovernabili (ben peggio di
quella canturina, o similari) per mezzo di provvedimenti contingibili e
urgenti, per prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica, la convivenza
civile e la sicurezza urbana, nonché per modificare gli orari degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e
dei servizi pubblici.
Non solo, un altro strumento di intervento sarebbe
possibile, come fatto da altri, attraverso ordinanze che impedissero il consumo
di alcolici al di fuori degli spazi appositamente concessi ai commercianti per
i propri tavolini collocati in piazza, per i quali pagano regolare concessione
comunale.
Resta sempre il fatto che (primo) non è con gli interventi
repressivi che si possono governare queste situazioni, e (secondo) che altrove
queste situazioni sono state affrontate. Evidentemente a Cantù non si riesce ad
aggredirle né con interventi preventivi né con strumenti di sicurezza.
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