Sono quasi ultimati i lavori in piazzale Cai, a Cantù, per
posizionare in quel sito il capolinea dei bus.
Un minimo sopralluogo effettuato da alcuni cittadini ha da
subito fatto emergere un problema non irrilevante, e una dissociazione, l’ennesima,
tra quanto il Comune sostiene di fare e la concretezza del suo operare.
Le pensiline o salvagenti, su cui sosteranno i passeggeri in
attesa di salire sui bus non seguono la normativa a favore dei portatori di disabilità.
E questo, per un Comune che s'è vantato di aver approvato recentemente, tra i
primi in Lombardia, il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche (PEBA),
è davvero un paradosso.
Il salvagente è “la parte della strada, rialzata o
opportunamente delimitata e protetta, destinata al riparo ed alla sosta dei
pedoni, in corrispondenza di attraversamenti pedonali o di fermate dei
trasporti collettivi”.
Ebbene, tali salvagenti sono fuori norma, sono stretti 1 metro e 50 centimetri, quando dovrebbero
essere larghi quasi il doppio (2,40 m), per consentire a una carrozzina di
ruotare ed entrare nel bus appositamente attrezzato con pedana. Oltretutto,
tali salvagenti dovrebbero essere attrezzati con rilievi per non vedenti e di
una sponda laterale per contenere il pubblico.
Ebbene, viene da chiedersi come mai il Comune di Cantù abbia
appaltato lavori di tanta importanza senza neppure passare, a quanto pare,
dagli uffici deputati al rispetto del piano per l’eliminazione delle barriere
architettoniche.
Ecco un caso di insipienza amministrativa, che non può
essere tollerato, tanto più che si tratta della realizzazione di iniziative ad
alto utilizzo sociale, che andrebbero realizzate sempre nel rispetto dei diritti
dei disabili. D’altronde, siamo di fronte a un Comune che quando pensa ai
semafori immagina soprattutto a dotarli di apparato per emettere multe, e non
di segnalatori acustici per non vedenti, ed è tutto dire.
Sarebbe tanto bello che la mano destra sapesse quanto fa la
mano sinistra, anche nel Comune di Cantù: fuor di metafora, che si onorasse la
decisione di sottoporre almeno le nuove opere pubbliche al rispetto dei diritti
dei disabili, sottoponendoli all’ufficio che ha stilato il PEBA.
Nessun commento:
Posta un commento