L’intervento con cui
il partito della Lega, in occasione del Ramadan, festa religiosa della comunità
musulmana, cerca di stimolare pulsioni irrazionali e oscure di una parte
limitata dei cittadini di Cantù solleva il tema dell’affidabilità democratica
di questo partito. Esso si dichiara contrario alla possibilità che alcuni
nostri concittadini, tra l’altro non pochi di essi di nazionalità italiana,
possano trovare una sede per rivolgere le proprie preghiere a Dio.
Tale partito si lancia
contro la concessione di uno specifico spazio pubblico, ma qualsiasi altro
spazio fosse stato individuato, a nostro parere, non avrebbe di certo impedito
tali accuse.
La Costituzione
italiana, fondamento della nostra convivenza comune, stabilisce nella parte
prima, titolo primo, che “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere
davanti alla legge”. Il diritto di
libertà religiosa è pertanto garantito come un diritto fondamentale. “Le
confessioni religiose diverse dalla cattolica –
continua il testo costituzionale – hanno diritto di organizzarsi secondo
i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico
italiano”. Quindi non solo il diritto alla fede è garantito, ma anche quello a
una propria organizzazione, purché essa non sia in contrasto con l’ordinamento
della Repubblica.
Su questo presupposto,
da secoli ormai, si è fondato il principio liberale della convivenza tra
cittadini di diversa ispirazione religiosa. Tale principio, da François Voltaire in avanti, ispira
ogni forma di stato fondata su una costituzione liberaldemocratica.
La pesante polemica
leghista, che a quanto pare l’attuale amministrazione non si dimostra in grado
di fronteggiare, sembra voler mettere in discussione tale principio
IRRINUNCIABILE del pensiero moderno. Da qui
la nostra preoccupazione che sia da mettere in dubbio la sostanza
liberale e democratica di tale partito politico.
Per fortuna, i
cittadini canturini si sapranno dimostrare molto più intelligenti e pacati di
tale forza politica, e sapranno opporsi a quanti alimentano un clima di
divisione e fomentano le paure più irrazionali.
Tali spinte polemiche
si dimostrano funzionali a un disegno di propaganda, che vuole approfittare di
una situazione contingente per poter lucrare sulle paure alimentate da tensioni
e crisi internazionali.
E tuttavia, non è chi
non veda che proprio il disegno di esacerbare tensioni e processi di
integrazione in atto nella nostra società è funzionale non tanto al progetto di
favorire una convivenza tra cittadini di fedi diverse, ma al contrario risulta
funzionale e implicitamente convergente con quel fondamentalismo che si dice di voler
osteggiare.
Filippo Di Gregorio
Bilel Akkari
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