domenica 29 maggio 2016

Il Medioevo può attendere


L’intervento con cui il partito della Lega, in occasione del Ramadan, festa religiosa della comunità musulmana, cerca di stimolare pulsioni irrazionali e oscure di una parte limitata dei cittadini di Cantù solleva il tema dell’affidabilità democratica di questo partito. Esso si dichiara contrario alla possibilità che alcuni nostri concittadini, tra l’altro non pochi di essi di nazionalità italiana, possano trovare una sede per rivolgere le proprie preghiere a Dio.
Tale partito si lancia contro la concessione di uno specifico spazio pubblico, ma qualsiasi altro spazio fosse stato individuato, a nostro parere, non avrebbe di certo impedito tali accuse.
La Costituzione italiana, fondamento della nostra convivenza comune, stabilisce nella parte prima, titolo primo, che “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge”.  Il diritto di libertà religiosa è pertanto garantito come un diritto fondamentale. “Le confessioni religiose diverse dalla cattolica –  continua il testo costituzionale – hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano”. Quindi non solo il diritto alla fede è garantito, ma anche quello a una propria organizzazione, purché essa non sia in contrasto con l’ordinamento della Repubblica.
Su questo presupposto, da secoli ormai, si è fondato il principio liberale della convivenza tra cittadini di diversa ispirazione religiosa. Tale principio, da François Voltaire in avanti, ispira ogni forma di stato fondata su una costituzione liberaldemocratica.
La pesante polemica leghista, che a quanto pare l’attuale amministrazione non si dimostra in grado di fronteggiare, sembra voler mettere in discussione tale principio IRRINUNCIABILE del pensiero moderno. Da qui  la nostra preoccupazione che sia da mettere in dubbio la sostanza liberale e democratica di tale partito politico.
Per fortuna, i cittadini canturini si sapranno dimostrare molto più intelligenti e pacati di tale forza politica, e sapranno opporsi a quanti alimentano un clima di divisione e fomentano le paure più irrazionali.
Tali spinte polemiche si dimostrano funzionali a un disegno di propaganda, che vuole approfittare di una situazione contingente per poter lucrare sulle paure alimentate da tensioni e crisi internazionali.
E tuttavia, non è chi non veda che proprio il disegno di esacerbare tensioni e processi di integrazione in atto nella nostra società è funzionale non tanto al progetto di favorire una convivenza tra cittadini di fedi diverse, ma al contrario risulta funzionale e implicitamente convergente con quel fondamentalismo che si dice di voler osteggiare.

Filippo Di Gregorio

Bilel Akkari

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