lunedì 15 febbraio 2016

Se vuole battere una nuova strada politica, il Sindaco si dimetta: il suo mandato non contemplava il fronte antifiscale


Il Sindaco di Cantù, con scelta dei tempi e del luogo quanto mai indicativa, ovvero nel giorno del Carnevale canturino, ha deciso di dare vita a un nuovo partito contro il fisco. Nulla di nuovo sotto il sole, l'ennesimo fronte antifiscale di impianto qualunquistico, destinato come i precedenti a un fallimento miserando.
E tuttavia, sono evidenti a tutti i limiti e le contraddizioni di questa operazione politica, che mostra, in modo imbarazzante e incontrovertibile, il suo vero obiettivo: non la rivoluzione del sistema, ma una modesta collocazione del suo promotore in un ambito politico di rango regionale. Occorre quindi segnalare, al di là del merito delle istanze promosse dal Sindaco di Cantù, alcune incongruenze che sono destinate a far fallire il suo tentativo.
1. Anzitutto, il Sindaco, prima di lanciarsi in una nuova avventura politica, dovrebbe chiudere quelle che lascia sospese. Lascia completamente in aria l'esperienza politica che lo ha portato alla carica di Sindaco della città di Cantù. Egli non chiarisce né nell'ambito del suo partito, LIC, né della sua più vasta coalizione civica, il senso politico di questa operazione. Il che contribuisce a creare un clima di paralisi e di ingovernabilità nella città di cui egli resta tuttavia il Sindaco. Lascia interrotto e incompiuto il progetto su cui egli fece votare il consiglio comunale lo scorso 8 novembre 2014. Che fine ha fatto la raccolta di adesioni in ambito provinciale? Poiché su tale vicenda egli fece pronunciare addirittura il Consiglio comunale di Cantù, è suo dovere fornire alla città un resoconto di quella operazione improvvisata e frivola. Non farlo, contribuisce a creare un clima di scetticismo sulla sua personale capacità di direzione politica.
2. Il paradosso dell'operazione politica è che il Sindaco di Cantù svolgerà la sua azione di agit-prop in Regione Lombardia a spese del contribuente canturino. Egli ormai è un politico professionale, la sua fonte di reddito è quella di Sindaco di Cantù, ed è suggestivo che egli svolga azione di lotta dura contro il fisco, quando tale azione gli viene consentita dal prelievo fiscale. Oltretutto, egli non ha ricevuto alcuna delega a fare ciò dal Consiglio comunale, né tale iniziativa era oggetto del suo programma elettorale. Pertanto, per dire così, egli sta agendo in spregio del suo mandato politico.
3. Sarebbe più sensato e più elegante che il signor Claudio Bizzozero si dimettesse dall'incarico di Sindaco, per garantire credibilità e serietà alla sua iniziativa politica. Sarebbe un gesto di coerenza, quella coerenza che egli ha esaltato nelle scelte passate del sindaco Luciano Inganni. Altrimenti, la sua non apparirà altro che l'ennesima boutade propagandistica, un equilibrismo politico ideologico che altra fine non ha che garantire la continuità (e la poltrona) a un politico fantasioso ma poco concreto.

Nessun commento: