sabato 30 gennaio 2016

Il futuro del crinale di Cantù e dell’ex De Amicis


di Antonio Pagani, capogruppo Partito democratico in consiglio comunale

La seduta del Consiglio Comunale dello scorso 20 gennaio, aperta agli interventi dei cittadini, è stata in gran parte dedicata al futuro del crinale che attraversa la città da nord a sud e nel quale l’area dell’ex-De Amicis rappresenta il perno centrale.
Il documento base del Piano di Governo del Territorio (PGT) stabilisce che l’area del De Amicis sia sottoposta a un Piano integrato d’intervento (PII), una “contrattazione” nella quale devono trovare sintesi e soddisfazione reciproca gli interessi della proprietà e quelli pubblici.
Gli interventi ascoltati in Consiglio, anche se differenti per impostazione e per contenuti specifici, hanno fornito suggerimenti e suggestioni in tale direzione.
Nei vari interventi sono anche state fatte considerazioni in merito ai “diritti” della proprietà e alla difficoltà del Comune nel reperire le risorse finanziarie necessarie per sostenere eventuali interventi pubblici. Rilievi non banali che devono essere chiariti per evitare diventino un pretesto per “insabbiare la pratica”.
L’interesse pubblico nel caso in questione è molto alto e, di conseguenza, il Comune è “obbligato” a definire linee guida generali, presenti nel documento presentato dai tecnici comunali, cui qualunque progetto deve considerare per avere la possibilità di avere un seguito.
Date le linee guida, segue, per la “politica”, l’obbligo adoperarsi per coinvolgere in questa grande “progettazione” tutti gli attori possibili (operatori del mondo culturale, produttivo, commerciale, dei servizi e associazionistico in genere), nella convinzione che quelli che sono definiti, a volte con fastidio o a volte con dispregio, “interessi” si rivelino invece risorse preziose e decisive.
Una grande opera progettuale, come quella che riguarda l’area del De Amicis (ma anche tutta l’area del Castello Pietrasanta e dell’ex filanda Salterio fino a raggiungere il Parco Argenti), richiede tempi tali da superare la durata di un singolo mandato amministrativo. Ciò obbliga a lavorare per un “patto” duraturo costruito sulla collaborazione, più data che “richiesta”, tra tutte le forze politiche presenti nella città. Il lavoro in Commissione Urbanistica, svolto in forte sintonia e accordo, che ha portato a definire le linee guida rappresentate nel lavoro dei tecnici comunali, costituisce solo il primo passo.
Le risorse finanziarie, infine, necessarie per una grande opera progettuale non possono essere solo quelle private o quelle reperite, pubblicamente, attraverso il ricorso all’indebitamento; è necessario sfruttare tutti i canali disponibili oggi. Il più accessibile è rappresentato dai contributi dell’Unione Europea: occorre per questo aprirsi alla collaborazione di tutte le realtà intermedie (Comuni del territorio, Provincia, Regione e Stato) con le quali costruire un complessivo e ambizioso progetto di area, nel quale quello che penseremo per il nostro centro città possa inserirsi per essere realizzato.
Tali relazioni istituzionali sono, però, il contrario di quanto il Sindaco di Cantù continuamente dichiara e vagheggia; forse (o probabilmente?) più per ambizioni personali che per gli interessi della nostra città.

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