martedì 11 agosto 2015

Festival neonazi a Cantù: alcune domande all'amministrazione canturina



Per la terza volta consecutiva, l’errore concettuale e politico della maggioranza civica che governa l’amministrazione si ripete: si perpetua la scelta di permettere che a Cantù si svolga il festival internazionale dei neonazisti europei, e al Campo solare, ovvero in una struttura pubblica. 
Errare è umano, dicevano gli antichi, ma perseverare è diabolico.
Di fronte a questi pericolosi precedenti, che sembrerebbero trasformare Cantù nella sede naturale in cui si svolga il festival internazionale del neonazismo, è sorto alcune settimane fa un coordinamento di forze politiche, sociali e sindacali, al quale come Partito democratico abbiamo aderito.
Il comitato per il no al Festival neonazista a Cantù ha raccolto da subito migliaia di adesioni da semplici cittadini e cittadine, canturini/e e non, e da una serie si sigle che vanno dal Partito democratico canturino all’ARCI, dai sindacati unitari a Rifondazione, dall’ANPI provinciale agli studenti medi.
Non è difficile dirsi contrari a una simile concentrazione di pregiudizi, violenza, ideologie di morte e di rancore. Difficile è trovare le motivazioni per giustificare una simile scelta. Non a caso, nei giorni scorsi, una parallela iniziativa, alla quale abbiamo preso parte come Partito democratico di Cantù, ha cercato di indicare una via amministrativa, per evitare in seguito il ripetersi di queste occasioni. Ad essa hanno preso parte anche alcuni esponenti della maggioranza civica cittadina, e nessuno non vedrebbe le difficoltà retoriche di chi si definisce antifascista ma allo stesso tempo concede una sede comunale per il raduno internazionale dei neonazisti europei.
Sta di fatto che una via d’uscita l’attuale amministrazione dovrà trovarla, non potrà continuare in questa farsa della doppia morale, del doppio binario, della doppiezza resa sistema:  fare e negare di fare, vittima di un complesso di Amleto che in politica sarà esiziale per tali esponenti e il loro futuro.
Vogliamo aiutarli ponendo alcune domande di natura amministrativa:
1. La sede del Campo solare è idonea  per  ospitare un congresso in cui potenzialmente arriveranno almeno 3 o 4 cento persone? La struttura non è omologata per un numero massimo di partecipanti non superiore a 99? Chi controllerà tale congruenza? E chi si farà carico eventualmente di inibire l’accesso a quanti esorbiteranno da tale numero? Dovrebbe essere il Comune? O il Comune delegherà a un responsabile sicurezza che il partito neonazista di FN dovrà individuare tra i propri adepti?
2. I canturini residenti nell’area prospiciente il campo solare, da anni lamentano che i termini per suonare vengono regolarmente sforati dai neonazi che a quanto pare amano tirare le ore piccole. Chi controllerà che ciò avvenga, e cioè che entro le 23 il caos che negli anni passati si è generato si interrompa magicamente? Sempre il Comune? O non sarebbe meglio invitare l’ARPA (Agenzia regionale di protezione dell’ambiente) a vigilare, eventualmente sanzionando pesantemente chi non abbia rispettato limiti e prescrizioni orarie e chi non ha vigilato perché ciò non sia avvenuto?
3. La città sarà nuovamente invasa, oltre che dai nazisti provenienti da tutt’Italia e da alcuni paesi europei, anche da centinaia di poliziotti. Quanto costerà questo dispiegamento di forze dell’ordine?  Il Sindaco spesso accusa il potere centrale di dissipare soldi. Non si sente un po’ responsabile per questo costo esorbitante che egli impone con la propria scelta alla comunità canturina?

Sono soltanto alcune domande tra tante, che non tolgono nulla alla deprecazione per il fatto che Cantù sia diventata la sede dell’internazionale nera nel mese di settembre. Ma sono domande a partire dalle quali chi volesse, se lo volesse, potrebbe agire per evitare che questa incresciosa e nefasta festa del macabro si ripresenti ogni anno nella nostra città.

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