Per la terza volta consecutiva, l’errore
concettuale e politico della maggioranza civica che governa l’amministrazione
si ripete: si perpetua la scelta di permettere che a Cantù si svolga il festival internazionale dei neonazisti europei, e al Campo solare, ovvero in una struttura pubblica.
Errare è umano, dicevano gli antichi, ma perseverare è diabolico.
Di fronte a questi pericolosi precedenti, che sembrerebbero
trasformare Cantù nella sede naturale in cui si svolga il festival
internazionale del neonazismo, è sorto alcune settimane fa un coordinamento di
forze politiche, sociali e sindacali, al quale come Partito democratico abbiamo
aderito.
Il comitato per il no al Festival neonazista a Cantù ha
raccolto da subito migliaia di adesioni da semplici cittadini e cittadine,
canturini/e e non, e da una serie si sigle che vanno dal Partito democratico canturino
all’ARCI, dai sindacati unitari a Rifondazione, dall’ANPI provinciale agli
studenti medi.
Non è difficile dirsi contrari a una simile concentrazione
di pregiudizi, violenza, ideologie di morte e di rancore. Difficile è trovare
le motivazioni per giustificare una simile scelta. Non a caso, nei giorni
scorsi, una parallela iniziativa, alla quale abbiamo preso parte come Partito democratico
di Cantù, ha cercato di indicare una via amministrativa, per evitare in seguito
il ripetersi di queste occasioni. Ad essa hanno preso parte anche alcuni esponenti
della maggioranza civica cittadina, e nessuno non vedrebbe le difficoltà
retoriche di chi si definisce antifascista ma allo stesso tempo concede una
sede comunale per il raduno internazionale dei neonazisti europei.
Sta di fatto che una via d’uscita l’attuale amministrazione
dovrà trovarla, non potrà continuare in questa farsa della doppia morale, del
doppio binario, della doppiezza resa sistema:
fare e negare di fare, vittima di un complesso di Amleto che in politica
sarà esiziale per tali esponenti e il loro futuro.
Vogliamo aiutarli ponendo alcune domande di natura amministrativa:
1. La sede del Campo solare è idonea per
ospitare un congresso in cui potenzialmente arriveranno almeno 3 o 4
cento persone? La struttura non è omologata per un numero massimo di
partecipanti non superiore a 99? Chi controllerà tale congruenza? E chi si farà
carico eventualmente di inibire l’accesso a quanti esorbiteranno da tale
numero? Dovrebbe essere il Comune? O il Comune delegherà a un responsabile
sicurezza che il partito neonazista di FN dovrà individuare tra i propri
adepti?
2. I canturini residenti nell’area prospiciente il campo
solare, da anni lamentano che i termini per suonare vengono regolarmente
sforati dai neonazi che a quanto pare amano tirare le ore piccole. Chi
controllerà che ciò avvenga, e cioè che entro le 23 il caos che negli anni
passati si è generato si interrompa magicamente? Sempre il Comune? O non
sarebbe meglio invitare l’ARPA (Agenzia regionale di protezione dell’ambiente)
a vigilare, eventualmente sanzionando pesantemente chi non abbia rispettato
limiti e prescrizioni orarie e chi non ha vigilato perché ciò non sia avvenuto?
3. La città sarà nuovamente invasa, oltre che dai nazisti
provenienti da tutt’Italia e da alcuni paesi europei, anche da centinaia di
poliziotti. Quanto costerà questo dispiegamento di forze dell’ordine? Il Sindaco spesso accusa il potere centrale di
dissipare soldi. Non si sente un po’ responsabile per questo costo esorbitante
che egli impone con la propria scelta alla comunità canturina?
Sono soltanto alcune domande tra tante, che non tolgono
nulla alla deprecazione per il fatto che Cantù sia diventata la sede dell’internazionale
nera nel mese di settembre. Ma sono domande a partire dalle quali chi volesse,
se lo volesse, potrebbe agire per evitare che questa incresciosa e nefasta festa
del macabro si ripresenti ogni anno nella nostra città.
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