martedì 28 aprile 2015

Come cambia il mercato del lavoro in Italia


Il sistema del mercato del lavoro precedente alla attuale riforma funzionava come un ospedale in cui vengono accolti come pazienti soltanto quanti non sono ammalati. Insomma, era un sistema che tutelava i tutelati. Con il Job Act, questo non accadrà più.

Una valutazione seria e definitiva dell’intero processo relativo alla riforma del mercato del lavoro è senza dubbio prematura, oggi, con il processo ancora i fieri. Sono stati approvati due decreti legislativi di quanti la delega contenuta nella legge 183 /2014 ne indicava. Gli altri vedranno la luce il prossimo dieci maggio. Pertanto, ha affermato Fausto Tagliabue, della segretaria provinciale del PD di Como, avanzare oggi critiche e stroncature, così come elevare apprezzamenti privi di fondamenti, è una pura operazione ideologica.
Con questa valutazione di massima, che rimanda a un approccio concreto ed empirico, si è conclusa l’assemblea pubblica cittadina del PD dedicata di ieri sera, lunedì 27 aprile, alla nuova riforma del lavoro in fase di avvio nel nostro Paese.
E tuttavia, tanto Tagliabue quanto l’altro relatore, Mattia Soliani, non hanno nascosto alcuni elementi innovativi della riforma. Capaci di dare alcune risposte al mondo del lavoro, sia in termini di allargamento dei diritti per chi perde il lavoro, si per garantire una migliore occupazione grazie all’approvazione del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti.
L’intera operazione denominata Job Act aveva preso il via con Decreto Poletti, poi convertito nella legge 78/2014. In esso si avviavano alcune modifiche relative a contratto a tempo indeterminato e apprendistato. 
La successiva legge 183 / 2014 ha poi avviato una serie di decreti delegati che si occuperanno di ridefinire il mercato del lavoro. La prima delega ha potuto essere realizzata concretamene grazie a una circolare INPS 2015, nella quale si annunciano gli sgravi e si specificano i limiti di sgravio contributivo per tre anni, pari a 8 mila euro annui per ogni nuovo assunto con contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. A partire dal 7 marzo, potranno usufruirne i lavoratori purché non ci sia una violazione del diritto di precedenza per altri lavori a tempo determinato operanti nella medesima azienda. E l'azienda deve rispettare le condizioni del Durc, né l'azienda deve avere operai in cassa integrazione. 
Viene inoltre introdotto il meccanismo della conciliazione con assegno circolare pari a da 2 a 18 mensilità, in caso di licenziamento.
La seconda delega riguarda gli ammortizzatori sociali. Dalla disoccupazione Aspi, alla nuova Aspi (Naspi). Si amplia in questo caso la platea di coloro che potranno usufruirne, e con parametri più bassi, ovvero purché si siano lavorato per 30 giornate in dodici mesi. Tale indennità potrà giungere a un massimo di 1200 euro mensili.
Inoltre, con la La Dis-coll si introduce per la prima volta una indennità di disoccupazione per i parasubordinati o per coloro che hanno lavorato con contratti a progetto. Essa è rivolta a quanti abbiano tre mesi di contribuzione nell'anno solare precedente. Co tale strumento, vengono adottate maglie più larghe del passato, al fine di allargare la platea di chi usufruisce del servizio. 
Infine, l’Asdi, a partire dal primo maggio sarà un assegno che potrà continuare quanto percepito con Aspi. Quando essa si esaurisce, ci sarà la possibilità di richiederlo. Esso è collegato al reddito isee. 

In fase di ultimazione è invece il decreto delegato sulla conciliazione famiglia-lavoro. Esso punta ad estendere la maternità a tutti i lavoratori, anche autonomi, anche garantendo l'estensione della flessibilità e la possibilità di cedere a terzi riposi e permessi. 

Con questa vasta e complessa riforma il Governo italiano ha cercato di mettere una fine al dualismo del mercato del lavoro che penalizzava soprattutto i giovani. Tale progetto del governo riduce le differenze tra tutelati e non tutelati e introduce qualche tutela in più per chi no ne aveva. Ne seguirà un nuovo sistema in cui ci sia o il lavoro dipendente o quello autonomo, cercando di far scomparire  le tipologie di lavoro parasubordinato. GE gli sgravi servono per rendere preferibile il lavoro subordinato con contratti di tipo durativo.


Sui dati relativi alle prime assunzioni si è scatenata una rissa. Prematuro fornire oggi un giudizio, soprattutto sul piano della riduzione della disoccupazione. Sulle cifre, qualche giorno fa è uscita la valutazione di marzo rispetto al mese di marzo di 12 mesi precedenti. Il dato di marzo è di 641 mila nuovi contratti, a fronte di 620 mila del precedente. Ma soprattutto, cresce il numero dei contrari a tempo indeterminato. Sono più di 50 mila. Viene premiato il robusto incentivo garantito alle assunzioni con contratto a tempo indeterminato.

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