martedì 24 marzo 2015

Pro Cantù. Un esempio di sopraffazione


La vicenda delle minacce e degli ultimatum lanciati dall’amministrazione cittadina targata Lavori in corso contro la Pro Cantù si manifesta come un esempio di arroganza e di doppiezza politica. Da un lato abbiamo un sindaco che assomiglia sempre di più al lupo della favola di Fedro (Superior stabat lupus, inferior longeque agnus). Ogni pretesto va bene pur di insediare una libera e autonoma associazione cittadina che si è data un proprio statuto e che avrebbe il diritto di misurarsi con un Comune che si comportasse lealmente. Invece, persino la critica contro lo statuto dell’associazione è sembrata funzionale alla continuazione di una operazione di annientamento. Peccato che lo Statuto della Pro Cantù sia stato redatto proprio dallo studio notarile in cui lavora il sindaco.
Quando l’agnello riesce a dimostrare al lupo che non ha nessuna colpa che giustifichi la sua ira, il lupo ricorre a un’offesa che avrebbe ricevuto dal padre di quello. Insomma, la storia è sempre uguale.
Così come sempre è uguale l’utilizzo di due pesi e due misure: il che, visto nell’azione di un sindaco, fa una certa impressione. Egli, in qualità di rappresentante di tutti i cittadini dovrebbe essere equanime ed equilibrato. Ma non è così. Contro la Pro Cantù, colpevole di aver anticipato il rogo della Giubiana di quindici minuti, si sono scatenati  la guerra e l’interdetto. Contro altre associazioni, durante le festività delle quali si è determinato ben altro dramma, abbiamo assistito a un silenzio molto imbarazzante.
D’altra parte, abbiamo invece i distinguo della maggioranza, che sono sembrati una ventata d’aria fresca, nel clima invelenito della città, ma che nel giro di poco si sono rivelati evanescenti. Sembrerebbe quasi la strategia del bastone e della carota. Infatti, il pretesto che la vicenda fosse in fase di risoluzione avanzato dal capogruppo di LIC durante la conferenza dei capigruppo, per evitare che il consiglio comunale del 26 marzo discutesse di questa faccenda, ci lascia molto perplessi. Non sappiamo quanto casualmente, il giorno dopo quella conferenza dei capigruppo, sono tornati gli ultimatum e le minacce sindacali.
Vogliamo dire con chiarezza che siamo a favore dei cittadini di Cantù che vedono nella Pro Cantù uno strumento importante di promozione culturale e turistica della loro città. Siamo contro il minaccioso atteggiamento del sindaco, che lede non solo la Pro Cantù, ma ogni  associazione cittadina, che si sentirà per questo meno libera e più condizionata dai capricci del primo cittadino. Vogliamo che il consiglio comunale, che rappresenta tutta a cittadinanza, discuta finalmente di questa vicenda incresciosa e vergognosa per la nostra città.

Filippo Di Gregorio
Segretario cittadino

Partito democratico Cantù

Nessun commento: