La vicenda delle minacce e degli ultimatum lanciati
dall’amministrazione cittadina targata Lavori in corso contro la Pro Cantù si
manifesta come un esempio di arroganza e di doppiezza politica. Da un lato
abbiamo un sindaco che assomiglia sempre di più al lupo della favola di Fedro
(Superior stabat lupus, inferior longeque agnus). Ogni pretesto va bene pur di
insediare una libera e autonoma associazione cittadina che si è data un proprio
statuto e che avrebbe il diritto di misurarsi con un Comune che si comportasse
lealmente. Invece, persino la critica contro lo statuto dell’associazione è
sembrata funzionale alla continuazione di una operazione di annientamento.
Peccato che lo Statuto della Pro Cantù sia stato redatto proprio dallo studio
notarile in cui lavora il sindaco.
Quando l’agnello riesce a dimostrare al lupo che non ha nessuna colpa
che giustifichi la sua ira, il lupo ricorre a un’offesa che avrebbe ricevuto
dal padre di quello. Insomma, la storia è sempre uguale.
Così come sempre è uguale l’utilizzo di due pesi e due misure: il che,
visto nell’azione di un sindaco, fa una certa impressione. Egli, in qualità di
rappresentante di tutti i cittadini dovrebbe essere equanime ed equilibrato. Ma
non è così. Contro la Pro Cantù, colpevole di aver anticipato il rogo della
Giubiana di quindici minuti, si sono scatenati la guerra e l’interdetto. Contro altre
associazioni, durante le festività delle quali si è determinato ben altro
dramma, abbiamo assistito a un silenzio molto imbarazzante.
D’altra parte, abbiamo invece i distinguo della maggioranza, che sono
sembrati una ventata d’aria fresca, nel clima invelenito della città, ma che
nel giro di poco si sono rivelati evanescenti. Sembrerebbe quasi la strategia
del bastone e della carota. Infatti, il pretesto che la vicenda fosse in fase
di risoluzione avanzato dal capogruppo di LIC durante la conferenza dei
capigruppo, per evitare che il consiglio comunale del 26 marzo discutesse di
questa faccenda, ci lascia molto perplessi. Non sappiamo quanto casualmente, il
giorno dopo quella conferenza dei capigruppo, sono tornati gli ultimatum e le
minacce sindacali.
Vogliamo dire con chiarezza che siamo a favore dei cittadini di Cantù
che vedono nella Pro Cantù uno strumento importante di promozione culturale e
turistica della loro città. Siamo contro il minaccioso atteggiamento del
sindaco, che lede non solo la Pro Cantù, ma ogni associazione cittadina, che si sentirà per
questo meno libera e più condizionata dai capricci del primo cittadino. Vogliamo
che il consiglio comunale, che rappresenta tutta a cittadinanza, discuta
finalmente di questa vicenda incresciosa e vergognosa per la nostra città.
Filippo Di Gregorio
Segretario cittadino
Partito democratico Cantù
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