venerdì 2 gennaio 2015

Bocciato nuovamente da Fondazione Cariplo il progetto di Welfare civico del Comune di Cantù


Siamo sinceramente dispiaciuti del fatto che per la seconda volta la Fondazione Cariplo abbia bocciato il progetto comunale di Welfare civico. La prima volta avvenne nell’ambito dei progetti emblematici; la seconda qualche giorno fa, esattamente il 23 dicembre scorso. Anzi, il progetto su cui per diverse volte, sui giornali locali, era apparso un chiaro segnale di compiacimento dell’amministrazione civica, appare proprio in fondo alla classifica di valutazione dello staff Cariplo. Nei giorni  precedenti la valutazione finale, prima di Natale, ci erano giunti segnali, soprattutto dal mondo associazionistico chiamato a collaborare dal Comune, e dagli altri comuni del Piano di Zona, che qualcosa no andava per il meglio.
Sono emersi infatti chiari segnali di un atteggiamento dirigista, poco incline a confrontarsi sul piano tecnico  con gli altri comuni del Piano di Zona, pur coinvolti nel progetto. Inoltre, a una lettura delle prime impressioni, ci risulta che il progetto in sé mostri evidenti segni di un approccio poco in linea con alcune tendenze di revisione del Welfare in atto un po’ in tutta Europa.
Chiediamo ora al Comune almeno due cose: 
1) un profondo ripensamento dell’approccio con cui si è giunti a tale progetto. Il fatto che per la seconda volta venga bocciato significherà pur qualcosa, ovvero se errare humanum, perseverare diabolicum
2) che il Comune, come già si era espresso, si impegni per mettere a regime almeno parte di questo progetto, con fondi propri, se davvero ci tiene, depurandolo dalle strutture dirigenziali e dalla macchina organizzativa in esso costruita, davvero molto onerosa, e lasciando in funzione gli elementi di reale aiuto e assistenza per i disagiati.

Questo ennesimo fallimento progettuale del Comune conferma come la scelta di isolarsi, di dichiarare guerra al mondo, sia fallimentare, e non faccia emergere un modello di confronto con l’esterno che è il solo a poter fare uscire la città di Cantù da una condizione di autismo politico in cui è finita con l’attuale amministrazione.

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