venerdì 10 ottobre 2014

Occorre reprimere ma anche prevenire




Premettiamo che il Partito democratico è stata ed è la forza politica che più coerentemente si è battuta contro il razzismo, contro le spinte segregazioniste e xenofobe che anche sul piano culturale hanno attraversato e tutt’ora attraversano la società italiana e quella canturina.

Tale indiscutibile azione politica, svoltasi sotto il segno della tolleranza e della valorizzazione della persona umana, non deve e non può essere intesa però come indifferenza, o peggio ancora come ipocrita accondiscendenza verso situazioni che, anche nella nostra cittadina, destano preoccupazione, per la cittadinanza tutta e per i tanti cittadini stranieri che in Cantù lavorano e svolgono le propria vita ogni giorno.

Le vicende dei giorni scorsi, culminate in una azione violenta svoltasi in via Annoni, e quelle di ieri, con l’aggressione a Don Lino Cerutti,  debbono richiamare l’attenzione dei responsabili politici e delle forze dell’ordine che operano in Cantù. Dichiarare il principio della tolleranza zero, di per sé non significa gran che, se non si parla in modo chiaro delle reali emergenze che si registrano nell’area circostante. Lo stato di abbandono dell’area Pietrasanta, non casualmente rinominato dai tanti residenti del quartiere Hotel 5 stelle, rappresenta un preoccupante motivo di degrado urbano, che non favorisce la convivenza, inasprisce le relazioni tra cittadini e comunità degli immigrati. Il tutto in un’area in cui insistono: la basilica di san Paolo, l’oratorio della medesima, una scuola dell’infanzia, un asilo nido, un parco cittadino frequentato da bambini  quale villa Argenti.

Pensare che sia sufficiente fingere di non conoscere tale condizione significa contribuire al suo peggioramento.  Significa dimenticare le preoccupazioni e le ansie di tante famiglie che vivono o si recano in quella zona. Significa anche contribuire a generare un clima di sospetto e di rancore verso le comunità dei cittadini immigrati che sono nella loro stragrande maggioranza composte da persone oneste, lavoratrici, dedite alla propria famiglia e alle proprie cure personali. Da questo punto di vista, la specchiata figura di don Lino Cerutti dovrebbe essere d’esempio a tutti, e dovrebbe rappresentare un monito a quanti vorrebbero oggi usare la sua vicenda in modo pretestuoso.

Il Partito demcortico  di Cantù ritiene che occorra una seria iniziativa di intervento, di natura certo repressiva, ma anche preventiva, per garantire convivenza, serietà nei rapporti tra cittadini immigrati (che rappresentano una risorsa per la nostra città) e i canturini, che da sempre si sono dimostrati accoglienti e rispettosi verso i progetti di vita da essi rappresentati.

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