Premettiamo che il
Partito democratico è stata ed è la forza politica che più coerentemente si è
battuta contro il razzismo, contro le spinte segregazioniste e xenofobe che
anche sul piano culturale hanno attraversato e tutt’ora attraversano la società
italiana e quella canturina.
Tale
indiscutibile azione politica, svoltasi sotto il segno della tolleranza e della
valorizzazione della persona umana, non deve e non può essere intesa però come
indifferenza, o peggio ancora come ipocrita accondiscendenza verso situazioni
che, anche nella nostra cittadina, destano preoccupazione, per la cittadinanza
tutta e per i tanti cittadini stranieri che in Cantù lavorano e svolgono le
propria vita ogni giorno.
Le vicende dei
giorni scorsi, culminate in una azione violenta svoltasi in via Annoni, e
quelle di ieri, con l’aggressione a Don Lino Cerutti, debbono richiamare l’attenzione dei
responsabili politici e delle forze dell’ordine che operano in Cantù.
Dichiarare il principio della tolleranza zero, di per sé non significa gran
che, se non si parla in modo chiaro delle reali emergenze che si registrano
nell’area circostante. Lo stato di abbandono dell’area Pietrasanta, non
casualmente rinominato dai tanti residenti del quartiere Hotel 5 stelle,
rappresenta un preoccupante motivo di degrado urbano, che non favorisce la
convivenza, inasprisce le relazioni tra cittadini e comunità degli immigrati.
Il tutto in un’area in cui insistono: la basilica di san Paolo, l’oratorio
della medesima, una scuola dell’infanzia, un asilo nido, un parco cittadino
frequentato da bambini quale villa
Argenti.
Pensare che sia
sufficiente fingere di non conoscere tale condizione significa contribuire al
suo peggioramento. Significa dimenticare
le preoccupazioni e le ansie di tante famiglie che vivono o si recano in quella
zona. Significa anche contribuire a generare un clima di sospetto e di rancore
verso le comunità dei cittadini immigrati che sono nella loro stragrande
maggioranza composte da persone oneste, lavoratrici, dedite alla propria
famiglia e alle proprie cure personali. Da questo punto di vista, la specchiata
figura di don Lino Cerutti dovrebbe essere d’esempio a tutti, e dovrebbe
rappresentare un monito a quanti vorrebbero oggi usare la sua vicenda in modo
pretestuoso.
Il Partito
demcortico di Cantù ritiene che occorra
una seria iniziativa di intervento, di natura certo repressiva, ma anche
preventiva, per garantire convivenza, serietà nei rapporti tra cittadini
immigrati (che rappresentano una risorsa per la nostra città) e i canturini,
che da sempre si sono dimostrati accoglienti e rispettosi verso i progetti di
vita da essi rappresentati.
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