mercoledì 10 settembre 2014

Un'offesa che rispediamo al mittente

Quest'oggi il Sindaco di Cantù ha sottratto ulteriore tempo al suo (scarso) impegno  istituzionale per commentare, in modo abbastanza dimesso, e usando argomenti triti e bolsi, la decisione di una serie di forze politiche, associative e sindacali di contestare la sua scelta di concedere le strutture pubbliche comunali al festival neonazista a Cantù.
Come al solito, ha scomodato una serie di concetti difficili da maneggiare, democrazia, libertà, e così via, per giustificare la sua improvvida decisione.
Non solo, ha accusato il Partito democratico (che così dovrebbe riassumere l'intero arco di forze riunite in quelle iniziative) di essere fascista.
La miseria del personaggio è ormai palese ed evidente a tutti. Noi continuiamo a ritenere che con quella scelta (concedere il campo solare per il festival neonazista) il Sindaco abbia compiuto una netta decisione politica, di associare se stesso e la sua amministrazione a nazisti e fascisti italiani ed europei. Quindi, le sue accuse le rimandiamo al mittente. Imputare il Partito democratico significa, nuovamente, offendere quanti nella città di Cantù lo hanno sostenuto e scelto anche nelle recenti elezioni europee. Pensiamo che il sindaco non possa associare al fascismo altri che se stesso e non certo il 40 per cento dei suoi concittadini.

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