Cantù,
12 – 13 settembre 2014
L’immagine del manifesto che presenta la nostra
iniziativa di contrasto civico al festival neonazista a Cantù, persino il suo titolo, rimandano a un problema storico profondo e
reale, che ha strettamente a che vedere con la natura del potere.
Ci riferiamo a un
groviglio di serpi (espressione di Piero Calamendrei per definire il
fascismo), e presentiamo la raffigurazione di un groviglio di parole, anche per
accogliere la (e rispondere alla) provocazione retorica che ci viene lanciata
dall’amministrazione comunale che ha voluto concedere le proprie strutture ai
neonazisti italiani ed europei, giustificando tale scelta come un’estrema,
massima disponibilità liberale, un vero esempio di democrazia al quadrato.
Così facendo, tale amministrazione ci sfida, perché
ci dice all’incirca: - noi sì siamo
liberali e democratici, in quanto diamo libertà di parola anche ai nazisti, per
quanto si possa essere loro contrapposti culturalmente. La vostra irritazione
per tale liberalità è la prova del fatto che voi non siete né liberali né
democratici né tolleranti. Noi lo siamo e quindi voi siete vecchi e superati
dal tempo.
Questa interpretazione del concetto di tolleranza è
il frutto malato proveniente dal lascito storico del fascismo e degli altri
totalitarismi del Novecento, da quel coacervo di serpi, di parole avvelenate
che il fascismo ha rappresentato. Una visione del mondo, della società, della
politica e dell’uomo in cui è il volere, l’atto politico autoritario a
determinare ciò che è vero e ciò che è falso. Tale groviglio di serpi è
evidente anche nel lessico, nel linguaggio di questa politica ispirata
all’offesa, alla violenza verbale, all’intolleranza
verso chi ha un pensiero diverso. La frase con cui il convegno neonazista si
presenta ne è in un certo senso la prova: “Portarsi non là dove ci si difende
ma dove si attacca”. Mutuata dall’ideologo del nazismo Julius Evola, essa
testimonia di una politica aggressiva, fondata sulla volizione, di certo non
tollerante, ma volutamente vittimista, segnata da una disperazione storica,
storicamente determinata. Il fascismo come estetizzazione della politica.
Questo fascismo ora gioca a fare la vittima, a
rivendicare la parità di cittadinanza nella società che si dice tollerante,
esigendo che di fianco agli sterminati nei campi di concentramento, a coloro
che ci restituiscono quella storia, possa trovare spazio chi di quei campi di
concentramento nega l’esistenza; il tutto in nome di un relativismo storicista,
per cui la verità non esiste, esistono solo le sue interpretazioni.
Nel nostro convegno vogliamo affrontare tale sfida,
vogliamo dargli una risposta, fondata su concetti forti e chiari. Non vogliamo
eludere la pericolosità di tale miserabile visione della storia. Vogliamo dare
un contributo, il nostro contributo, a comprendere e a non dimenticare.
Ecco le nostre iniziative:
Venerdì
12 settembre ore 18,00, Arci Cantù, via Brambilla 3, presentazione del libro di
Uberto Gandolfi, Ossola, la Repubblica dimenticata.
Venerdì
12 settembre ore 21,00 Salone dei Convegni Cantù, incontro con Gad Lerner,
giornalista, Emanuele Fiano, Daniele Farina, Chiara Braga, parlamentari della
Repubblica, Tullio Montagna ANPI Lombardia,
Massimo Cortesi Presidente ARCI Lombardia.
Sabato
13 settembre ore 18,00, centro comunale di Via Roma Villa Calvi, Psicopatologia
del razzismo, lo Psicanalista Marco Focchi intervistato da Roberto Pozzetti.
Sabato
13 settembre, ore 21,00, presidio in Largo XX settembre contro il festival
neonazista a Cantù.
Aderiscono:
Partito democratico,
circolo di Cantù e circolo di Mariano Comense
Giovani Democratici
Cantù
Sinistra Ecologia e
Libertà, Federazione provinciale di Como
Alleanza
liberaldemocratica per l’Italia di Como
Partito Rifondazione
comunista di Cantù
Partito dei comunisti
italiani di Como
Associazione nazionale
partigiani d’Italia circolo Mariano-Cantù
Associazione nazionale
partigiani d’Italia provincia di Como
Coordinamento Como
Lista Tsipras
Associazione
ricreativa culturale italiana (ARCI) Cantù
CGIL Como
FIOM Como
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