martedì 9 settembre 2014

Non atto burocratico, ma scelta politica. Il festival neonazista a Cantù ci dice della natura di questa maggioranza di governo cittadino



Nella guerra l’uomo si riumanizza, l’uomo cerca nella guerra di ritrovare sentimenti profondi che lo fanno tale. È nella pace che l’uomo esalta i suoi più deteriori aspetti, non nella guerra […], nella guerra l’uomo ritrova la fratellanza, la pietà, il sentimento dell’umanità. E l’uomo non può fare a meno della guerra […]. La guerra è connaturata alla natura umana”.

 

Adriano Magi Braschi, oggi considerato tra gli ispiratori del fascismo del terzo millennio e della sua guerra “rivoluzionaria”, pronunciò queste parole nel maggio del 1965 durante un convegno dell’Internazionale nera al Parco dei Principi di Roma.

Oggi, nel 2014, Cantù si prepara ad accogliere, per la seconda volta, il festival delle destre estreme. Il titolo “Campo di Marte. Portarsi non là dove ci si difende, ma là dove si attacca!” contiene la stessa nostalgia bellica di cui si impregnarono le ideologie fasciste e naziste che costarono alla nostra Italia e all’Europa intera morte e sofferenza indicibili per decenni. È la medesima opinione su una mirabolante funzione di pulizia della guerra di cui constano le parole di Magi Braschi.

Ora, la decisione di Lavori in Corso e Cantù Rugiada di concedere le strutture comunali, e dunque pubbliche, rappresenta un atto di natura politica. La maggioranza si schermerà con innocenza rivendicando il diritto alla libertà d’espressione e all’esercizio di una democrazia iper. Perché essa ritiene che tutte le opinioni politiche siano identiche e pareggiabili. In pratica, i valori della Costituzione, il principio di tolleranza, gli elementi della democrazia sarebbero equivalenti ai caratteri antidemocratici, bellicisti e non libertari. Un tale ideologia relativista determina una ferita devastante nel tessuto cittadino. Soprattutto in Cantù, per anni presidio di capacità di accoglienza e di convivenza.

Ci si dovrebbe stupire del Sindaco Bizzozero, pur sempre espressione di un movimento di pace. Tanto più che inaugurerà, di nuovo, il festival neonazista. Ripetendo, magari, la lezioncina sui diritti umani o citando Rosa Luxemburg in una ignoranza totale del contesto di riferimento.   

Il Partito Democratico è rammaricato perché un’azione politica di tal genere incattivisce il clima pubblico cittadino. Invece, noi preferiremmo ingentilirlo.


Filippo Di Gregorio
Segretario cittadino
partito democratico Cantù

Nessun commento: