domenica 8 giugno 2014

Voto europeo a Cantù. "Una nuova fase della storia cittadina può iniziare"


Si è svolta sabato 7 giugno l’assemblea cittadina del Partito democratico; attivo degli iscritti che aveva come unico punto in discussione l’analisi del voto europeo.  Il segretario cittadino del partito democratico, Filippo Di Gregorio ha avviato tale incontro con una preliminare valutazione della vicenda giornalistica e giudiziaria del momento, lo scandalo del MOSE a Venezia.

“Dobbiamo ragionare con intelligenza su casi come questo – ha detto – . E capire che ogni valutazione deve essere condotta alla realtà effettuale. E quindi dobbiamo partire da una evidenza: Expo, Mose, altri casi che si sono manifestati di recente, mettono in luce quanto sia grave il livello di malaffare che domina nel nostro Paese. Ma non possiamo accogliere come fondate operazioni che tendono a liquidare la politica, e segnatamente il PD, come organico a tali pratiche.

Cerchiamo di capirci.

Cosa prima. Quando c'è un corrotto, dobbiamao rammentare sempre che c'è a monte un corruttore. Il corrotto è il più delle volte un amministratore o un funzionario pubblico. Il corruttore è sempre un imprenditore che preferisce imporsi rispetto ai suoi concorrenti con sistemi illegali e non con la buona gestione aziendale”.

Non si può generalizzare e confondere. Proprio se si intende combattere e debellare il fenomeno della corruzione. “Ma attenzione – continua i  segretario cittadino del PD – , a differenza di Tangentopoli, dove il reato che veniva contestato era prevalentemente la concussione, in questo caso è la corruzione che viene perseguita. Ma deve essere chiaro che noi, il Partito democratico che è uscito vincente dalle elezioni dello scorso 25 maggio (rammento che pochi giorni prima era emerso il caso Expo) saremo la soluzione del problema, non il problema stesso”.

Poi ha preso avvio l’analisi del voto: “Nel voto nazionale che ha visto il Partito democratico ottenere un risultato clamoroso (per alcuni, anche al nostro interno, non per tutti noi) è depositato un seme di speranza. I cittadini italiani hanno riconosciuto nel nostro partito e nel suo segretario (anche, certo, perché no?) lo strumento con il quale potranno ottenere quanto da decenni in molti hanno provato a realizzare, senza riuscirci: una profonda riforma del sistema istituzionale, e della politica; una semplificazione dell’amministrazione; riforme sociali ed economiche importanti.

Hanno anche visto nel Partito democratico l’argine a un populismo becero e inquietante, che avrebbe portato il nostro Paese, se avesse vinto, sul binario morto dell’irrilevanza internazionale e della confusione politica e istituzionale interna”.

Nel voto, si ritrova anzitutto il consenso dei più giovani per un partito che si è ringiovanito e ha cominciato a dare speranza. L’idea del futuro significa in Italia ripensare anche il mercato del lavoro. Il Partito democratico ha cercato di dire, ai giovani che non hanno garanzie, che una seria riforma del lavoro potrà offrire qualche possibilità in più a loro, che oggi sono del tutto privi di ogni tutela. Tanto che il sistema sociale italiano è stato ribattezzato da Tito Boeri lo Stato asociale. Uno stato che protegge i già protetti. Già nell’incontro sul lavoro, Spericolati, organizzato dal Partito democratico canturino, era stata ampiamente illustrata tale tematica. “

E infine il voto canturino: “Oggi gli italiani ci chiedono di continuare nel nostro progetto, e la stessa richiesta ci proviene dai cittadini di Cantù, che hanno voluto riconoscerci in 6.851 il loro consenso.

Cosa ci dicono questi canturini?

Ci dicono che è possibile cambiare. Lo dicono a noi ma lo dicono anche agli altri comuni del nostro distretto. Considerate che a Cabiate, proprio il comune da cui è partito il movimento del drappo bianco, cavalcato dal sindaco canturino, vince le elezioni e diventa sindaco la capogruppo del PD, Mariapia Tagliabue; che a Mariano Comense il segretario del circolo del PD va al ballottaggio, domani, con ottime possibilità di riuscita. Il Partito democratico appare lo strumento utilizzabile dai cittadini per cambiare, e per guardare avanti. Non per polemizzare o per  creare una chiusura, la stessa creata in un anno dall'iniziativa istituzionale del nostro sindaco”.

 
Il dibattito è poi stato avviato con numerosi interventi che hanno valutato, con attenzione, e senza alcun facile entusiasmo, la nuova situazione che nella città di Cantù assegna al Partito democratico, per la seconda volta, il titolo di forza politica più votata. Ma a differenza del 2013, quando alle elezioni politiche il Partito democratico raccolse poco più del 20% dei consensi, oggi si ritrova ad essere premiato dal 40% dei cittadini recatisi alle urne. Una nuova fase della storia cittadina può iniziare.

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