Si
è svolta sabato 7 giugno l’assemblea cittadina del Partito democratico; attivo
degli iscritti che aveva come unico punto in discussione l’analisi del voto
europeo. Il segretario cittadino del
partito democratico, Filippo Di Gregorio ha avviato tale incontro con una
preliminare valutazione della vicenda giornalistica e giudiziaria del momento,
lo scandalo del MOSE a Venezia.
“Dobbiamo
ragionare con intelligenza su casi come questo – ha detto – . E capire che ogni
valutazione deve essere condotta alla realtà effettuale. E quindi dobbiamo
partire da una evidenza: Expo, Mose, altri casi che si sono manifestati di
recente, mettono in luce quanto sia grave il livello di malaffare che domina
nel nostro Paese. Ma non possiamo accogliere come fondate operazioni che
tendono a liquidare la politica, e segnatamente il PD, come organico a tali
pratiche.
Cerchiamo
di capirci.
Cosa
prima. Quando c'è un corrotto, dobbiamao rammentare sempre che c'è a monte un corruttore.
Il corrotto è il più delle volte un amministratore o un funzionario pubblico.
Il corruttore è sempre un imprenditore che preferisce imporsi rispetto ai suoi
concorrenti con sistemi illegali e non con la buona gestione aziendale”.
Non
si può generalizzare e confondere. Proprio se si intende combattere e debellare
il fenomeno della corruzione. “Ma attenzione – continua i segretario cittadino
del PD – , a differenza di Tangentopoli, dove il reato che veniva contestato
era prevalentemente la concussione, in questo caso è la corruzione che viene
perseguita. Ma deve essere chiaro che noi, il Partito democratico che è uscito
vincente dalle elezioni dello scorso 25 maggio (rammento che pochi giorni prima
era emerso il caso Expo) saremo la soluzione del problema, non il problema
stesso”.
Poi
ha preso avvio l’analisi del voto: “Nel voto nazionale che ha visto il Partito democratico
ottenere un risultato clamoroso (per alcuni, anche al nostro interno, non per
tutti noi) è depositato un seme di speranza. I cittadini italiani hanno
riconosciuto nel nostro partito e nel suo segretario (anche, certo, perché no?)
lo strumento con il quale potranno ottenere quanto da decenni in molti hanno
provato a realizzare, senza riuscirci: una profonda riforma del sistema
istituzionale, e della politica; una semplificazione dell’amministrazione;
riforme sociali ed economiche importanti.
Hanno
anche visto nel Partito democratico l’argine a un populismo becero e inquietante, che avrebbe
portato il nostro Paese, se avesse vinto, sul binario morto dell’irrilevanza
internazionale e della confusione politica e istituzionale interna”.
Nel
voto, si ritrova anzitutto il consenso dei più giovani per un partito
che si è ringiovanito e ha cominciato a dare speranza. L’idea del futuro
significa in Italia ripensare anche il mercato del lavoro. Il Partito democratico ha cercato di
dire, ai giovani che non hanno garanzie, che una seria riforma del lavoro potrà
offrire qualche possibilità in più a loro, che oggi sono del tutto privi di ogni
tutela. Tanto che il sistema sociale italiano è stato ribattezzato da Tito
Boeri lo Stato asociale. Uno stato che protegge i già protetti. Già nell’incontro
sul lavoro, Spericolati, organizzato dal Partito democratico canturino, era stata ampiamente
illustrata tale tematica. “
E
infine il voto canturino: “Oggi gli italiani ci chiedono di continuare nel nostro
progetto, e la stessa richiesta ci proviene dai cittadini di Cantù, che hanno
voluto riconoscerci in 6.851 il loro consenso.
Cosa
ci dicono questi canturini?
Ci
dicono che è possibile cambiare. Lo dicono a noi ma lo dicono anche agli altri
comuni del nostro distretto. Considerate che a Cabiate, proprio il comune da
cui è partito il movimento del drappo bianco, cavalcato dal sindaco canturino,
vince le elezioni e diventa sindaco la capogruppo del PD, Mariapia Tagliabue; che
a Mariano Comense il segretario del circolo del PD va al ballottaggio, domani, con
ottime possibilità di riuscita. Il Partito democratico appare lo strumento utilizzabile dai
cittadini per cambiare, e per guardare avanti. Non per polemizzare o per creare una chiusura, la stessa creata in un
anno dall'iniziativa istituzionale del nostro sindaco”.
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