venerdì 23 maggio 2014

Le ragioni di un voto al Partito democratico, con ragione e speranza

Domenica si vota per eleggere il Parlamento europeo. 49 milioni di italiani saranno chiamati a scegliere 73 deputati europei.
Si dovrebbe selezionare chi rappresenti gli italiani nel parlamento dell'Unione europea. Ma come tutti si sono ampiamente resi conto, il voto si è connotato di una valenza nazionale, forse impropria.
E tuttavia, i termini del confronto sono emersi chiaramente. Si sono misurate due diverse visioni del modo di affrontare la crisi in cui ci dibattiamo. Un prima, sta puntando al tanto peggio tanto meglio. Essa è figlia di una cultura della crisi, che spera sempre in un profondo stato di crisi, capace di imprimere alla società una torsione drammatica, tragica addirittura, dalla quale (non si sa come) emergerà una palingenesi, una purificazione collettiva capace di rigenerare la società per quali vie non è dato sapere. La figura che al meglio ha interpretato tale visione è quella dei grillini.
Dall'altra parte c'è una cultura politica, in cui il Partito democratico si riconosce, che punta sulla speranza, sulla possibilità dell'Italia, questa Italia, di farcela, di superare la crisi, con fatica forse, ma con le proprie (attuali) risorse.
Non c'è una terza via.
O si rompe tutto, o si rinnova, per mezzo di un cambiamento serio, speranzoso, carico di entusiasmo. Confidiamo che gli italiani abbiano compreso con chi stare.
Tanto in Italia, quanto in Europa.

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