Lo
scorso 21 gennaio i consigli di
Amministrazione di Acsm-Agam S.p.A. e di AEB S.p.A. (società che controlla il
Gruppo Gelsia) hanno deciso di avviare lo studio di un progetto di
aggregazione industriale e societaria.
Si
tratta di due società complementari, per area geografica di riferimento, e
quindi interessate a consolidare e rafforzare la propria dimensione relativa,
in vista di evoluzioni sicuramente interessanti, dal loro punto di vista, nel
contesto di un mercato dell’energia in fase di grande evoluzione.
Non
è un caso infatti che dal comunicato stampa emesso dalle due aziende si possa
leggere, in tralice, una possibile evoluzione industriale comune: si accenna
infatti a una “ipotesi di aggregazione che consentirebbe di valorizzare le rispettive
presenze industriali nei settori dell’Energia e dell’Ambiente, in un’ottica di
complessivo rafforzamento competitivo”.
Come
leggere tale dichiarazione? È forse iniziato il domino aziendale che potrebbe
portare alla nascita di un grande polo dell’energia in Brianza e nella
provincia di Como. E per quali finalità?
Tale
progetto di aggregazione dovrà ora essere verificato dai soci proprietari delle
due aziende, tra cui i comuni della provincia di Como detentori di quote
azionarie di ACSM. Tra questi vi è il comune di Cantù, con una quota pari a 0,39%
del capitale. Sarebbe possibile conoscere se l’amministrazione cittadina sta
vigilando su tale operazione? Essa potrebbe comportare una perdita di valore di
tali quote?
Sarebbe
interessante conoscere il parere degli amministratori cittadini a riguardo.
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