giovedì 6 febbraio 2014

Canturina servizi, trasparenza e nervosismo


La verità forse brucia, e sicuramente al sindaco di Cantù deve aver dato tanto fastidio leggere la verità su funzionamento e compensi agli amministratori della principale società partecipata cittadina, in perdita costante (circa mille euro al giorno) ma ciononostante al di sopra di ogni critica.

 

Abbiamo letto ieri una lettera piccata del sindaco di Cantù, nella quale lamenta che il quotidiano La Provincia renda noti compensi e curricula degli amministratori della società partecipata cittadina, Canturina servizi.

Si tratta di informazioni a dir poco neutrali. Il giornalista le ha estratte dall’informativa che la società Canturina ha avuto l’obbligo di rendere nota (al proprio sito, link: Canturina servizi - amministrazione trasparente ), sulla scorta degli obblighi imposti alle pubbliche amministrazioni dal Decreto legislativo 33 del 2013 (“Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni").

Risulta quindi ozioso che il sindaco lamenti la pubblicazione di informazioni che la società da lui direttamente controllata (canturina è al 100% di proprietà comunale) ha avuto obbligo di rendere note. Obbligo che, oltretutto, ricade anche sul Comune e ogni altra pubblica amministrazione.

Eppure,  la notizia deve averlo turbato non poco, tanto che ha finito per perdere il controllo, scrivendo cose che sono imbarazzanti per lui ma anche per tutti i cittadini che meriterebbero un proprio massimo esponente rappresentativo più equilibrato e sereno. (Scrive infatti a conclusione del suo sfogo emotivo: “E poiché faccio il sindaco, mi sento anche in dovere di precisare (a scanso di equivoci) che l’uso di carta di giornale per incartare prodotti alimentari di vario genere non è più consentito dalle normative vigenti in materia sanitaria, mentre altri usi, qualche decennio fa piuttosto diffusi, non sono evidentemente più consoni con le mutate abitudini igieniche del tempo attuale.” Si commenta da solo).

Eppure il Decreto legislativo 33 del 2013 che impone tale obbligo di trasparenza è davvero innovativo, e andrebbe nella direzione di  dare soddisfazione a chiunque si sia dichiarato per la trasparenza e per  la correttezza amministrativa.

Esso, agli articoli 26 e 27, indica l’obbligo di rendere trasparente a tutti  gli importi di contributi e  incarichi professionali (sono ricompresi anche incarichi di collaborazione, studio, ricerca).

È quindi obbligatorio pubblicare  gli atti con i quali sono determinati  i criteri e le modalità di concessione o attribuzione e gli atti di concessione/attribuzione di importo superiore a mille euro.
Non solo, la pubblicazione di tali informazioni è  “condizione di efficacia dei provvedimenti” . Il che significa che non si potrà procedere ai pagamenti se non si rende pubblico l’importo attribuito, i curricula dei destinatari e le ragioni del conferimento. “La mancata, incompleta pubblicazione è rilevata d’ufficio dagli organi dirigenziali, sotto la propria responsabilità amministrativa, patrimoniale e contabile per l’indebita concessione o attribuzione del beneficio economico”.

La ratio di tale legge è quella di ridurre la triste condizione del clientelismo , per non dire addirittura della corruzione che caratterizza il nostro sistema paese.

Ma dunque, per quale ragione il sindaco si è a tal punto inalberato?

Giunge persino a una opposizione banale:  “I 1400 euro mensili per il presidente di Canturina sono lordi. Tolti contributi previdenziali e tasse, il netto è inferiore a 600/700 euro mensili.” Così scrive il Sindaco, come se non sapesse che la distinzione tra netto e lordo interessa il destinatario del compenso, non certo il costo che la società, e quindi i contribuenti, è chiamata a sostenere. Dimentica però il sindaco che tra le informazioni che la stessa canturina ha avuto obbligo di pubblicare sul proprio sito si evince come uno dei consiglieri di amministrazione sia quantomeno privo di titoli per sedere nel consiglio di una società che fattura 9 milioni di euro (ha diploma professionale) per non dire di altre informazioni su cui è meglio soprassedere.

La replica che il Comitato di redazione del quotidiano La Provincia ha dedicato alla infelice uscita del sindaco è, quindi, addirittura benevola: “ mai in precedenza un sindaco era arrivato ad auspicare di utilizzare la carta del giornale per pulire i vetri, se non peggio”.

Tale nota non si nasconde l’esistenza di un problema politico grave, che riguarda tutti i cittadini canturini, ormai: “Il disprezzo che il primo cittadino di Cantù e diversi suoi amministratori dimostrano di avere nei confronti del ruolo del quotidiano “La Provincia” suona decisamente lontano dai proclami di trasparenza e democrazia che da sempre caratterizzano gli slogan elettorali di Bizzozero e del suo movimento”. Si tratta della metamorfosi del sindaco e della sua maggioranza (come sempre, afona e incapace di prendere le distanze seriamente da tali sfuriate); una mutazione che ancora oggi interroga tutti noi, e ci rende preoccupati sulla tenuta della convivenza civile cittadina.  Continua il CDR dei giornalisti del quotidiano locale: “Quel disprezzo, piuttosto, somiglia di più alla considerazione che certi dittatori sudamericani avevano per il ruolo della stampa. E poi per quello dei sindacati, dei dipendenti pubblici, degli elettori dei partiti, categorie anche queste colpite dagli strali del primo cittadino canturino”.
Continuiamo a segnalare con preoccupazione tale caduta di stile, che è però anche deficit politico, di comunicazione e di programma. Essa è un rischio per la città di Cantù, che meriterebbe un diverso e superiore sforzo di rappresentanza, una maggiore trasparenza, un più rigoroso profilo istituzionale.

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