giovedì 23 gennaio 2014

Il cemento del sindaco: domande senza risposta dall'amministrazione comunale



Ora la Regione Lombardia e la Provincia di Como (!) sono diventate l’oracolo della maggioranza che governa Cantù. I loro documenti (pubblicati non sul sito istituzionale del comune, ma su fb e per stralci debitamente selezionati, perché l’amministrazione si guarda bene dal pubblicizzarne le parti che conservino aspetti critici) vengono volantinati e diffusi come documenti di lotta politica. Con un risultato al confine tra il comico e il patetico.

I limiti di tale operazione, denominata “Non lo dice la maggioranza ma la Provincia e la Regione” (glissiamo sull’anacoluto) sono evidenti e risiedono nel processo autoreferenziale dell’iniziativa. La Provincia e la Regione hanno formulato i loro pareri  sul PGT di Cantù, giunti in Comune da quasi due mesi (il 13 dicembre la prima e il 26 novembre la seconda).  Non ci si può nascondere, oltretutto, che questi enti si limitano a valutare le incompatibilità del PGT canturino con il Piano territoriale provinciale (PTCP) e con il Piano regionale rispettivamente; la loro competenza non entra nel merito delle scelte di politica urbanistica del Piano comunale. Lo potrebbe?

Tuttavia, anche i rilievi provinciali e regionali addotti come delle promozioni sul campo per l’amministrazione cittadina contengono rilievi che dovranno essere recepiti in modifica degli atti già deliberati, e fanno emergere alcune carenze e contraddizioni in qualche misura segnalate anche da noi.

In particolare, nel parere regionale  il rendiconto delle aree di trasformazione previste dal nuovo PGT non  fa cenno alcuno ai circa 110.000 m3 relativi agli ambiti PCC (Permessi di Costruire Convenzionati), cui corrispondono sostanzialmente le omologhe aree ATRC del Piano regolatore vigente (PRG). Semplice dimenticanza o esercizio illusionistico? La circostanza che le predette aree (PCC) siano state messe sul conto del Piano delle Regole non significa che debbano essere ignorate nel momento in cui si confrontano il totale delle  aree di trasformazione del PRG con quelle del PGT

Inoltre, da nessuna parte, nell’operazione verità della maggioranza, troviamo le cifre che rappresentano l’entità delle edificazioni, espresse in metri cubi, o se si preferisce in metri quadrati di superficie lorda di pavimento (SLP). Risulta quindi evidente che da quelle parti (politiche) si è un po’ allergici a parlare di volumetrie edificabili. Perché?

Sarà vero, oppure no, che il PGT – se consideriamo le sole aree di trasformazione AS AR PCC –  ammette un maggior carico insediativo (misurabile appunto in metri cubi/metri quadri di SLP) rispetto a quello ancora disponibile nel piano vigente? L’assessore non ha saputo e non ha potuto negare questa affermazione, durante il nostro convegno del 17 gennaio. Segno che ha un fondamento indiscusso.

Infine, la Regione, nel suo documento, ha assunto il Piano regolatore vigente come unica base ed elemento di confronto; si tratta della medesima operazione logica e politica che noi abbiamo assunto sia nell’intera opera di valutazione del PGT cittadino, sia nel costruire le osservazioni al medesimo piano. Come mai, quando tale operazione di raffronto viene svolta dall’opposizione essa è  stigmatizzata e combattuta, quasi irrisa, mentre la medesima (corretta) scelta della Regione non viene accusata di essere fuori tempo, scorretta, orientata a un’altra filosofia che rende incomparabili i due diversi strumenti urbanistici?

Siamo certi che a queste domande non arriveranno risposte, visto l’orientamento della maggioranza di non discutere, non ascoltare, negare valore alle idee di chi non condivide le sue tesi. Restiamo tuttavia convinti che uno sforzo di confronto vada tentato, fino all’ultimo momento, per cercare di migliorare il PGT.



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