di Antonio Pagani
(capogruppo Partito democratico in Consiglio comunale)
La Provincia di domenica 25 gennaio
2014 riporta un articolo firmato da Bruno Profazio nella rubrica “L’inchiesta”.
Di fatto si tratta di una lunga
intervista al Sindaco di Cantù su un tema delicato che riguarda i rapporti tra
Amministrazione centrale e Enti locali e che pone l’accento sul non equo
utilizzo del Fondo di solidarietà nazionale che è nato con lo scopo di sostenere
gli Enti più “poveri” ma che di fatto si traduce in un “sopruso” perpetrato a
scapito degli Enti virtuosi.
Non ho alcun dubbio a sostenere che
nel nostro Paese la virtuosità sia pochissimo sostenuta e che, anzi, alla luce
dei fatti sembra che siano favoriti gli irresponsabili e gli scialacquoni.
Ritengo quindi più che giustificata
l’azione di contrasto che i Comuni italiani, rappresentati dai loro Sindaci,
stanno portando avanti attraverso la loro associazione, l’ANCI per correggere
sia il Fondo di solidarietà che il Patto di stabilità, altro forte vincolo che
contribuisce in maniera determinante a rendere sempre più problematica l’azione
amministrativa dei Comuni.
Rimango però perplesso di fronte
alle reiterate esternazioni del Sindaco di Cantù che, mentre continua a
denunciare la scarsa incisività del “carrozzone ANCI” dimostrando di voler
correre da solo, continua a fare riferimento a cifre parziali, ancorché esatte
nella loro parzialità, per suffragare la sua analisi e la sua protesta.
Siccome, peraltro, a fianco
dell’articolo è riportato uno stralcio degli importi relativi al Fondo di
Solidarietà così come determinato nei confronti dei Comuni della Provincia di
Como mi permetto di aggiungere qualche ulteriore considerazione (e importo) per
meglio rappresentare il quadro complessivo “reale” del conto corrente tra lo
Stato e Enti Locali partendo da Cantù, comune preso a riferimento nell’articolo
e del quale conosco la situazione essendone Consigliere.
- Il Fondo di solidarietà. Come riportato correttamente anche nel prospetto, lo Stato Riconosce al Comune di Cantù 937.000 Euro mentre gli richiede una contribuzione di 4.589.000 Euro. Saldo negativo quindi pari a 3.652.000 Euro.
- Altri trasferimenti. Lo Stato, a fronte dell’abolizione della prima rata IMU ha finora trasferito al Comune di Cantù, 1.949.000 oltre a circa 474.000 a vario titolo per un totale di Euro 2.423.000.
Sommando i due saldi precedenti si
rileva che il “deficit” a carico del bilancio del Comune, rispetto al 2012,
ammonta a 1.229.000 Euro. Tale importo
corrisponde a quanto dichiarato dall’Assessore al Bilancio Roberta Molteni in
sede di approvazione del Bilancio Preventivo 2013 quando giustificò l’aumento
dell’IMU “seconda casa” a causa di: a) minor gettito dell'addizionale comunale
[€
528.000], b) abolizione addizionale ECA [€ 404.000], c)
introiti straordinari 2012 non ripetibili [€ 350.000 ca.]; d) mancato utilizzo
rispetto al 2012 dell'avanzo di esercizio precedente [€ 500.000 ca.] e, infine,
e)
€ 1.229.000
come saldo negativo per il Comune (rispetto all'anno precedente) tra
trasferimenti e maggior gettito IMU (+) e contribuzioni al Fondo di Solidarietà
e spending-review (-).
Il divario tra quanto dichiarato dal
Sindaco di Cantù nell’articolo e quanto riferito in Consiglio comunale
dall’Assessore al Bilancio è piuttosto
notevole e, anche se certamente non vanifica l’assoluta necessità di
riequilibrare la contribuzione al Patto di Stabilità tra Amministrazione
centrale e Enti locali, dimostra che o il Sindaco non conosce i dati o che li
vuole utilizzare, strumentalmente, per supportare i suoi
"ragionamenti" oppure che il Sindaco balla da solo!
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