In risposta a uno sgarbato e nervoso intervento dell'assessore all'Urbanistica del Comune di Cantù, il capogruppo del partito democratico in Consiglio comunale risponde con garbo e serietà, senza offendere sul piano personale, chiarendo ogni aspetto della situazione contestata dall'assessore. I limiti della politica del territorio in città non sono minimamente cambiati, anzi sono accentuati dall'incapacità di dialogo dimostrata dall'Amministrazione cittadina.
Cerco di “ripetere la lezione” all’Assessore
Latorraca esimendomi da qualsiasi giudizio sulla persona, a differenza di come
lui invece ci ha ultimamente abituato.
1)
Il PD e la sua
capacità di governo. Come riportato nei
verbali nel Consiglio Comunale, avevo ribadito che la nostra intenzione di
procedere nell’iter di approvazione si basava sulle osservazioni che noi stessi
avevamo presentato e che contenevano gli elementi che ci avrebbero permesso di
apportare tutte le modifiche, avendo noi rilevato direttamente i “difetti” del
PGT adottato senza attendere che lo facessero la Provincia e la Regione. Perché
avremmo scelto questa opzione? La Legge Regionale prevedeva che i Piani
dovessero essere approvati entro il 31 dicembre: calcoli alla mano risultava
impossibile rispettare altrimenti i tempi (come poi è stato dimostrato!) a meno
di non considerare la possibilità di ottenere una proroga da noi ritenuta
prassi di una “vecchia” politica nella quale non ci riconoscevamo.
2)
Il PD e la confusione
dei piani. I piani? Perché
l’assessore Latorraca non parla invece, come dovrebbe, del Piano e della
coerenza fra i vari documenti che lo compongono? Perché è proprio
sull’incoerenza tra quanto dichiarato nel Documento di Piano e i successivi
Piano dei Servizi e Piano delle Regole che si basano buona parte delle nostre
osservazioni.
3)
Il PD che non ha
studiato né compreso il Piano. Abbiamo presentato ben 17 osservazioni, che si aggiungono alle
dichiarazioni approfondite e articolate che erano state presentate in
Commissione Urbanistica prima e in Consiglio Comunale in seguito. Chiediamo
all’assessore di recuperare tali documenti (le
Osservazioni all’Ufficio di Piano, il documento presentato in Commissione tra i
verbali e gli atti della stessa – oltre che dal suo archivio delle e-mail-, la
dichiarazione fatta in Consiglio nel Verbale del 29/7/2013), di
rileggerseli e di contro-dedurli: d’altronde questo è l’impegno che si è
assunto fin dall’inizio e che speriamo non tenti di rimangiarsi come sembra
fare con le esternazioni di cui ci ha fatto oggetto ultimamente.
4)
Il PGT e il PRG. I due strumenti urbanistici sono molto
diversi tra di loro ed è possibile un confronto solo esaminandoli
complessivamente. Il Piano delle Regole è stato pubblicato a metà luglio: un
po’ pretenzioso pretendere che in quindici giorni se ne potessero rilevare tutte le contraddizioni e contro-indicazioni rispetto al
Documento di Piano che, con un approccio più approfondito, siamo riusciti a cogliere
in seguito. E che ci porta oggi ad affermare che il PGT non solo non è
innovativo ma peggiorativo.
5)
Il PD ha fatto
retromarcia in modo strumentale. Ci siamo astenuti in Consiglio perché, come giustamente
riporta l’Assessore Latorraca, avevamo subordinato il nostro voto definitivo ai
risultati della successiva fase “partecipativa” ma avevamo contemporaneamente
dichiarato che ci riservavamo di approfondire quanto ancora non avevamo potuto
fare e che avremmo usato ampiamente lo strumento delle osservazioni per
rappresentare le nostre critiche e le nostre richieste. Le osservazioni le
abbiamo presentate. Ci aspettiamo risposte puntuali e riteniamo del tutto
fuorvianti, per il “bene comune”, commenti generali inutili e inconcludenti.
6)
Le scuse. L’assessore Latorraca non era presente alla
Conferenza dei Capigruppo e quindi gli è sfuggito che io, al termine della
riunione, avvicinandomi al consigliere Tagliabue e rivolgendomi agli altri
presenti gli porsi le mie scuse. E l’assessore non sa neppure che il giorno
successivo ho inviato personalmente un’e-mail al consigliere Tagliabue
rinnovandogliele. Ma l’assessore Latorraca non sa nemmeno perché io usai il
termine “asini”: fu in risposta ad una provocatoria affermazione del
consigliere che banalizzava e ridicolizzava una osservazione (è già la seconda volta che ne parlate …)
circa la mancata considerazione, nel conteggio degli abitanti a fine piano,
delle case sfitte. Rifaccio ancora la domanda: quante sono assessore?
Per rimarcare la gravità che per la seconda
volta (in realtà, ufficialmente, era la
terza!) era sfuggita usai quel termine, che mi sembrava il più appropriato,
nel gergo comune, per chi non riesce (o non vuole?) capire. Siccome però le
parole valgono per come vengono percepite mi determinai a chiedere scusa. A
parti rovesciate non mi sembra che ci si comporti allo stesso modo.
Ecco il post dell'assessore all’Urbanistica:
Spesso, in Consiglio, Antonio Pagani ha affermato che il PD
canturino era pronto a governare. Sembrava conoscessero ogni ambito
dell'amministrazione. Insomma, in ogni occasione, una portentosa lezione
dalla quale trarre insegnamenti. Devo dire, invece, che di urbanistica
masticano davvero poco. Confondono i piani e dimostrano, al contrario, che la
lezione non la sanno. Non sanno leggere il documento di piano e non conoscono
la disciplina urbanistica. La dimostrazione sta nelle loro affermazioni
destrutturate. Confermano (come avrebbero potuto smentirlo!) di aver sostenuto
l'approvazione del PGT revocato, asserendo che con le osservazioni lo avrebbero
cambiato! Come pensare che uno strumento urbanistico possa essere modificato
nell'impianto, semplicemente accogliendo osservazioni di cui, peraltro, non
conoscevano neppure il contenuto. Ma la misura non è colma: addirittura arrivano
ad affermare che il PGT adottato sarebbe peggiore dello strumento precedente.
Probabilmente non lo conoscono e non lo hanno studiato, né compreso. Ad onore
del vero, anche sul punto il PD ha innestato la marcia indietro: in Consiglio,
all'atto dell'adozione, mi risulta che quella minoranza si sia astenuta. Perché
non ha votato contro? Le risposte sono due, tra loro alternative, ma comunque
eloquenti: 1) ritenevano che il piano fosse perfettibile ed attendevano la fase
partecipativa; 2) non lo avevano studiato e non sapevano la lezione. Come è
facile comprendere questi contorcimenti nascondono due possibili verità: nel
primo caso hanno cambiato idea strumentalmente (e dunque al PD non interessa il
bene comune); nel secondo caso erano impreparati (dopo una serie numerosa di
commissioni urbanistiche dedicate al tema e dopo la VAS). Comunque la si giri
questa è l'immagine del partito che si riprometteva di amministrare Cantù. Un
ultimo inciso sulla pretesa arroganza. Dopo quell'epiteto ingiurioso
scagliato gratuitamente contro il Consigliere Tagliabue (che si commenta
da solo e per il quale Antonio Pagani ancora non ha formulato le scuse dovute)
si deve anche subire un'accusa gratuita da parte di una forza politica che
mostra, ora, il suo vero volto. Chi si dimostra davvero arrogante,
oltre che saccente?
Nessun commento:
Posta un commento