mercoledì 11 settembre 2013

Raduno neonazista a Cantù. Il falso sillogismo dell'amministrazione

Non capiscono, continuano a non voler capire: Sindaco, esponenti della lista civica che lo sostiene, molti finti difensori di una democrazia disidratata, ridotta a puro formalismo, intesa come il regolamento di polizia municipale. Per loro "ognuno ha il diritto di dire cosa pensa" (ci mancherebbe!); e quindi "abbiamo fatto bene a concedere ai neonazisti il centro civico cittadino di Cantù"; addirittura ci si erge a paladini della Costituzione repubblicana.
Non si rendono conto che in questo (falso) sillogismo è contenuto un errore macroscopico. E' vero che la democrazia si fonda sul rispetto volterriano di ogni opinione (non condivido niente di quanto tu sostieni, ma sono disposto a dare la vita perché tu lo possa esprimere). Ma da questa prima premessa (la premessa maggiore) e la conclusione del sillogismo ("concedendo il centro civico ai nazisti abbiamo rispettato la nostra posizione democratica") si dovrebbe trovare una seconda proposizione, la premessa media, che Sindaco consiglieri, giunta e benpensanti che lo difendono omettono, non si sa se per pudore o per furbizia.
Qual è la seconda premessa di questo (falso) sillogismo? Potrebbe essere: "io concedo ai nazisti libertà di parola"? No, certo, infatti a questo modo si comprenderebbe quanto sia falsa la struttura logica del pensiero o della scusa trovata dal Sindaco di Cantù per giustificare la sua sventurata decisione.
Non capiscono: e siccome a volte gli esempi aiutano più di una teoria (forse difficile da afferrare), ci provo con un esempio.
Poniamo che un bel giorno dei dirigenti di una seria e responsabile forza politica, diventati di colpo folli, decidessero di organizzare nel corso di una propria iniziativa annuale un convegno di quaedisti, avanzi da forca del terrorismo antiamericano e antisraeliano, nagazionisti della Shoah, sadici e criminali.
Sarebbe un gesto "rispettabile"? Nessuno troverebbe da dire di tanta follia ? Non sarebbe lecito sollevare la legittimità di un tale gesto scellerato? Non sarebbe legittimo chiedere al prefetto di bloccare tale sconsiderata faccenda? Certo.
L'esempio è facile da comprendere. Nessuno mette in discussione che una forza politica come FN, per quanto discutibile, organizzi il proprio ritrovo nostalgico al Campo solare di Cantù: da anni è stato sempre così, e nessuno mai si è sognato di dire gran che. Ma questa volta hanno voluto esagerare. Cantù è diventata il ricettacolo di organizzazioni politiche la cui natura ideologica è talmente oscena, da mandare del tutto in crisi il (patetico) sillogismo sgangherato con cui si legittima la scelta di concedere loro uno spazio pubblico.
Quindi il ragionamento sillogistico si è inceppato, come la lucidità di questa amministrazione comunale in proposito: il termine medio non funziona più, perché in effetti suona così: "ho accolto nel mio comune ideologie che negano, alla radice, i valori di quella costituzione alla quale è tanto facile richiamarsi, ma dalla quale è altrettanto fatale discostarsi".
E tali portatori di un'ideologia oscena non sono gli organizzatori, ma soprattutto i loro ospiti: nazisti, antisemiti, negazionisti della Shoah, politici accusati di genocidio dall'ONU.
Che miseria questa vicenda.
Che miseria.

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