martedì 12 marzo 2013

A Cantù, una riflessione sull'esito del voto nazionale e locale


Il Partito democratico di Cantù, riunito nell'assemblea pubblica di lunedì 11 marzo, intende rivolgere un ringraziamento ai 4931 elettori che nelle scorse elezioni hanno voluto manifestare il consenso alle nostre proposte. Con quel voto i canturini hanno confermato il Partito democratico come il più votato nella nostra città, riconoscendo nei fatti una non scontata approvazione del progetto e dell’azione politica del partito nazionale. Tale risultato non era scontato, tantopiù se ritorniamo al recente voto amministrativo (di soli dieci mesi or sono) nel quale al Partito democratico spettò  un risultato ben diverso (1.816 voti). Siamo consci che nel voto amministrativo è presente la colazione civica di Lavori in corso, che attualmente amministra il Comune; ma non era per nulla pacifico che sul progetto politico del nostro partito confluisse un consenso tanto vasto, ancor più per la presenza in queste elezioni della lista M5S e per il fatto che l’intera fase preelettorale si è svolta all’insegna della critica dei partiti politici.

Quindi noi stimiamo che i canturini, conferendo il proprio voto al Partito democratico in misura inusitata, abbiano voluto premiare una proposta politica, certo, e allo stesso tempo una garanzia di governabilità. E tuttavia tale secondo obiettivo, nonostante l’esito elettorale cittadino, è stato del tutto mancato a livello nazionale. Da tale punto di vista, quindi, il nostro obiettivo è venuto meno, e di conseguenza dobbiamo riconoscere che tali elezioni si concludono con una sconfitta politica: possiamo desumerlo tanto dalla sconfitta elettorale del centrosinistra in Lombardia, quanto dall’esito difficile e incerto delle elezioni in ambito nazionale. Restituire il governo regionale all’asse politico Lega Nord – PDL, sebbene le stesse elezioni anticipate fossero state determinate da una rottura tra gli stessi partiti politici, rappresenta per il centrosinistra l’ennesima occasione perduta. Pensiamo che per tale esito regionale non sia esente da responsabilità il Partito democratico regionale, che si è apprestato al voto anticipato senza minimamente procedere a una ridefinizione dei vertici e delle politiche  organizzative, immutate dai tempi del modello Penati e della sua presenza politica. Pensiamo che non sarà possibile, in futuro, alcuna nostra affermazione politica in Lombardia, se prima non si proceda a una seria rimeditazione della politica democratica in regione.

Anche in ambito nazionale, dove pure è diverso l’esito numerico del voto raccolto dal Partito democratico, le difficoltà emerse dal voto ci consegniao un nuovo rischio per gli equilibri finanziari, istituzionali, politici del Paese. Per di più, l’impossibilità di procedere a un assetto di governo stabile ci conferma che il progetto politico intessuto in mesi di lavoro, dal sostegno al governo Monti, alle elezioni primarie, alla formazione della coalizione elettorale, ha subito una secca smentita, è stato sconfitto.

Quanti oggi beneficiano di tale empasse politica ed istituzionale sono coloro che, più di altri, hanno dimostrato il minimo di senso della responsabilità istituzionale, Movimento 5S e partito di Berlusconi.

Ora, si tratta di compiere con senso di serietà e spirito di servizio ogni atto che possa garantire tenuta istituzionale e politico-finanziaria al nostro Paese. Sosteniamo tutti, con speranza e  fiducia, lo sforzo politico intrapreso dal segretario politico del partito, Pierluigi Bersani. Troppe coincidenze istituzionali, troppi condizionamenti politici mettono tuttavia  a rischio tale sforzo . Occorre quindi avere la consapevolezza che, di fronte a un fallimento nella nascita di un governo Bersani, non potremo far mancare con senso di responsabilità una seria alternativa politica, che ci porti fino alle prossime imminenti elezioni politiche…  E tuttavia, per quanto riguarda il nostro Partito, ci sembra addirittura necessario esprimere il parere degli iscritti o dei simpatizzanti del partito canturino riuniti in assemblea. Ci sembra anzitutto  indispensabile convocare un nuovo congresso, tanto a livello regionale che nazionale. Occorre procedere a un profondo ripensamento dei gruppi dirigenti, non dimostratisi all’altezza in questo frangente storico. All’interno di un serio dibattito congressuale è fondamentale che emergano seri obiettivi politici e programmatici, incardinati sulla cultura politica del riformismo italiano, sull’Europa, sul valore delle responsabilità nazionali di un partito come il nostro: in Italia come nella Regione Lombardia. Si deve oltretutto ripensare profondamente l’intera questione legata ai rimborsi elettorali, al finanziamento dell’attività politica, al più generale tema dei costi dell’amministrazione pubblica. L’attuale posizionamento del partito, pur valido in linea di principio (la politica non può tornare a essere una faccenda dei soli ricchi) è risultato come l’arroccamento di una casta politica e pertanto è stato punito dagli elettori.

Ora abbiamo davanti a noi una serie impressionante di scadenze delicate: anzitutto, lo ribadiamo, sosteniamo l‘iniziativa del segretario del partito Pieluligi Bersani volta a dare un governo al nostro Paese; e tuttavia siamo consapevoli che, comunque essa dovesse andare, le elezioni saranno l’orizzonte (più o meno) prossimo della vita istituzionale italiana. Ad esse invitiamo tutto il partito, i militanti, i simpatizzzanti, l’intera coalizione del centrosinsiira  a prepararsi, vigilando sulla tenuta organizzativa e politica della nostra coalizione, che resta indiscutibilmente una risorsa per la democrazia dell’Italia.

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