giovedì 7 febbraio 2013

Una casa per la salute, come è andata

L’Italia giusta in Lombardia passa per Umberto Ambrosoli. Ne abbiamo discusso ieri sera con Giusi Borrini - medico di Medicina generale - Milano, il dottor Paolo Furgoni, medico dell'ospedale Sant'Anna, candidato al Senato della Repubblica, nonché Savina Marelli, candidata al Consiglio regionale; entrambi della lista del Partito democratico. Insieme ad Alberto Maspero, del circolo del Partito democratico di Cantù. In un Centro Civico gremito.

Ma perché il programma di Ambrosoli in materia di salute e sanità si preannuncia indubbiamente superiore? Per due motivi fondamentali.

Il primo si capisce dalla priorità che viene data alla questione della salute – senza disconoscere quella della sanità che le va appresso. Significa che l’uomo e la salute dell’uomo deve rappresentare lo scopo principale delle buone pratiche mediche. Potrebbe parere una banalità. Ma non lo è affatto.

Infatti, ed è il secondo motivo fondamentale, il progetto di Ambrosoli e delle forze di centrosinistra che lo sostengono si propone la demolizione dell’inquietante modello di potere del governatore Formigoni. Modello al quale PDL e Lega hanno dato un contributo determinante e che continuerà ad operare in caso di vittoria di Maroni.
Un sistema che elimina i controlli sulle strutture ospedialiere, che privilegia il privato a dispetto del pubblico. E soprattutto trasforma terapie ed esami medici in merce da vendere distruggendo il rapporto medico-paziente: il fine dell’operato del medico diviene non il bisogno del cittadino ma il puro calcolo economico. Un’applicazione raccapricciante di liberismo – che la crisi economica ha ancora una volta dimostrato fallimentare - nel sistema ospedialiero e sanitario in generale.

Riportare al centro la salute del paziente e sviluppare un sistema sostenibile di costi-benefici nel contesto dei profondi cambiamenti demografici che trasformano anche la Lombardia. La casa della salute è una possibile soluzione perché interviene nel passaggio intermedio tra la dimissione e il pieno recupero delle persone con più difficoltà – alleggerando le spese di ricovero negli ospedali; e nello stesso tempo costruisce un rapporto ormai perso con il paesaggio locale in cui si pensa non al profitto ma alla cura delle persone.

(di Giuseppe Emilcare, Circolo PD e GD Cantù)

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