La votazione avvenuta nel Consiglio comunale di Cantù, mercoledì
sera, con la quale la maggioranza cittadina ha eletto tre revisori dei
conti del Comune su tre, ha di fatto annullato la consuetudine, da sempre e
ovunque rispettata, di riservare alle forze politiche d’opposizione la facoltà
di esprimere un proprio nominativo.
Evidentemente, nella maggioranza non esiste la volontà
di realizzare quel gentlemen agreement da sempre raggiunto in passato.
È oltretutto disarmante constatare la metamorfosi
culturale, oltre che politica, che sta interessando una forza civica che, fino
a quando è stata all’opposizione, ha rivendicato trasparenza, partecipazione,
rispetto per le minoranze e, quando assume ruoli di governo, dimentica quanto
predicato sino a ieri.
Vorremmo ricordare che, cinque anni fa, a Lavori in
Corso venne riconosciuta la facoltà di indicare il nome del revisore dei conti
lasciato alle decisioni della minoranza, e il gruppo dell’Ulivo non solo
riconobbe tale richiesta ma la sostenne con il proprio voto.
Un tale incoerente comportamento è quantomai deludente
e non concorre, certamente, alla costruzione di un clima costruttivo a favore
del governo cittadino nel difficile contesto in cui ci troviamo.
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