mercoledì 10 marzo 2010

Va bene tutto, ma non è che bisogna sempre farsi fregare


L'editoriale di oggi di Angelo Panebianco sul Corriere espone il problema delle liste escluse nel Lazio in modo sleale. In sostanza il PD avrebbe dovuto ergersi a baluardo della democrazia facendo da sponda per la loro riammissione. E invece finisce sempre per farsi trascinare in piazza da Di Pietro, vero astro dell’opposizione.
Mi lascia molto perplesso però una frase in calce: «Sulle debolezze (tante e complesse) del centrodestra avremo modo di ragionare in seguito». Ma come? Hanno combinato un pasticcio tutto da soli e bisogna discuterne dopo?! Dopo quando, dopo le elezioni?! E invece dei problemi del PD dobbiamo discuterne ora? Molto sleale.
E’ vero, il PD si trova di fronte a un bivio: come leggere l’atteggiamento del Capo dello Stato che ha firmato un decreto legge nella migliore delle ipotesi inutile e nella peggiore addirittura incostituzionale? Credo però che sia più che altro un problema dei vertici. La pancia dell’elettorato non ha molto apprezzato la disponibilità di Napolitano. Per cui, se si vuole, si può anche non citarlo nei discorsi ufficiali, ma il disagio resta. E non per il rischio che corre la nostra democrazia senza la lista Pdl in provincia di Roma.
Più coerente, invece, l’intervento di Mario Segno a La Zanzara su Radio24, lunedì sera. Il Presidente ha sbagliato, punto. Non bisogna vergognarsi ad ammetterlo, tanto più che in questi anni non ha rappresentato un argine contro le intemperanze del “mi hanno eletto, ora faccio quel che mi pare”. Lodo Alfano docet. Anche perché dai discorsi che girano nell’aria è lo stesso elettorato del Pdl che non ha apprezzato il decreto, con o senza Napolitano. Quindi, non vedo perché della cosa dovrebbe occuparsene il PD.
La sensazione è che si stia nuovamente cavillando. Il problema è l’atteggiamento del Presidente della Repubblica o quello di un Governo che si approva un decreto su misura senza nemmeno riuscire a risolversi il problema?

Nessun commento: