mercoledì 17 marzo 2010

Se in Lombardia ci fosse il mare...

Spesso ci si lamenta che il Partito Democratico non abbia il coraggio di prendere decisioni proprie. A sinistra lo si accusa di essere troppo compiacente verso la politica dell’inciucio. A destra di farsi strattonare dalle derive massimaliste di Di Pietro e Travaglio. Qualcosa di vero di sicuro c’è. Eppure il breve discorso tenuto da Filippo Penati alla cena di lunedì avrebbe fatto ricredere in molti.
In poche battute è riuscito a sintetizzare veramente qualcosa che non si è sentito dire da nessun altro. Dopo il lavoro, il walfare e la sanità, ha fatto vibrare le corde giuste parlando di cultura. «In questi anni – ha spiegato – la Lombardia non è riuscita a sviluppare una sola eccellenza culturale di livello europeo. Con La Scala abbiamo evitato che si consumasse un vero disastro. La Lombardia deve avere i piedi nel borgo e la testa in Europa, e non sia l’uno che l’altro infilati nel borgo. Non possiamo limitarci alla cultura del dialetto che propone la Lega, dobbiamo costruire qualcosa di più».
Anche se una politica dell’eccellenza, da sola, non è in grado di trascinare un intero popolo verso l’avvenire, per un attimo le parole di Penati hanno fatto balenare la grandeur parigina di Mitterrand. Chissà, non sarebbe male avere un contenitore del sapere come la Bibliothèque National o un azzardo architettonico come la piramide del Louvre dove, non a caso, Dan Brown ci ambienta i best sellers.
Insomma, è stato un punto a favore di Penati. Perché è vero che in questi anni Milano e la Lombardia non abbiano particolarmente brillato nel resto d’Europa. Magari si lavora, si fattura più che altrove, ma ci vorrebbe quel guizzo in più capace di renderle appetibili per gli stranieri e anche per chi ci è nato. Già non abbiamo il mare…

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