lunedì 24 agosto 2009

L'eterna sanatoria di colf e badanti

In quest'articolo apparso su Repubblica del 22 agosto 2009 a pagina 1 l'economista Tito Boeri segnala l'incoerenza e l'inefficacia della politica governativa italiana della criminalizzazione degli immigrati. Ecco un bell'esempio di cultura riformista.

PARADOSSALMENTE chi non voleva più sanatorie degli immigrati, le ha rese indispensabili.
L' introduzione del reato di immigrazione clandestina nel nostro ordinamento ci condanna ad una sanatoria permanente degli immigrati. Ieri è iniziata quella di colf e badanti. Non è la prima e non sarà certo l' ultima. Né riguarderà le sole colf e badanti. Come al solito saranno tanti i lavori che finiranno per infilarsi in questa sanatoria. Perché sono sempre di più i lavori ormai svolti solo dagli immigrati in Italia. Per accorgersene bastava in questi giorni girare per le campagne italiane: sono solo loro, per lo più persone di pelle nera, a raccogliere gli ortaggi quando sui campi le temperature superano i 50 gradi. Non sono sostituibili: o li fanno loro questi lavori o non li fa nessuno. Ora abbiamo un reato, sulla carta, penalmente perseguibile, che pone completamente al di fuori della legge chi non ha un permesso di soggiorno. E abbiamo da troppo tempo una legge sull' immigrazione nella twilight zone, ai confini della realtà, che vive nella finzione che gli immigrati possano venire selezionati e assunti prima ancora di entrare nel nostro paese, come se potessimo far funzionare in Burkina Faso quel servizio di collocamento pubblico che non riesce a trovare un lavoro a chi lo cerca neanche in Italia. Dato che gli immigrati non possono che arrivare irregolarmente e che chi è irregolare è diventato letteralmente un fuorilegge, o rinunciamo a trovare qualcuno che faccia questi lavori, dunque a diventare più ricchi, oppure non potremo che procedere di sanatoria in sanatoria. Torniamo al caso delle cosiddette badanti, utile per capire in quale circolo vizioso (in dialetto si direbbe rebelot) siamo stati cacciati. Dovrebbero essere circa 750.000 le persone coinvolte da questa sanatoria, secondo le stime del Viminale. Ma da qui a un anno avremo bisogno di molte altre coadiuvanti familiari. È il rapido invecchiamento della popolazione italiana, unito all' assenza di politiche di sostegno agli anziani non autosufficienti, ad alimentare una domanda crescente per queste mansioni. Ce lo dicono anche le comparazioni internazionali: nei paesi in cui la popolazione è più anziana, c' è una quota più alta di immigrati giovani, spesso addetti ai servizi alla persona. Inoltre l' Italia è un paese con ancora una bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Per colmare il forte ritardo nei confronti degli altri paesi Ocse (ad eccezione della Turchia) avremo sempre più bisogno di coadiuvanti familiari. Una recente ricerca coordinata dal Centro Studi di Banca d' Italia documenta come l' aumento di un punto percentuale della quota sulla popolazione di immigrati addetti ai lavori domestici permette alle donne italiane di lavorare mediamente un' ora in più alla settimana. Vuol dire famiglie italiane più ricche (dato che si fa ricorso alle badanti immigrate perché costano di meno di quanto venga remunerato il tempo di lavoro così "liberato"), più reddito generato in Italia e più entrate fiscali. Ma se vogliamo che aumenti il lavoro tra le donne e che i nostri anziani siano assistiti da persone che hanno conquistato la loro (e la nostra) fiducia, dovremo ricorrere a continue sanatorie per permettere a chi, per forza di cose, arriva irregolarmente da noi di rimanere. Le sanatorie non sanano. E hanno costi altissimi. Vero che la regolarizzazione comporta il versamento di 500 euro per ogni posizione "sanata" (a fronte comunque di costi amministrativi molto elevati nella verifica delle domande), ma bisogna sempre tenere conto del fatto che ogni sanatoria crea l' aspettativa di nuovi condoni di posizioni contributive prossimi futuri. Per non discriminarei lavoratori italiani, questa sanatoria vale anche per loro. Sapendo che in futuro ci saranno nuove sanatorie chissà quante posizioni contributive in meno, a fronte di prestazioni vere, non verranno aperte nei prossimi anni. Dunque, per ogni euro entrato con la regolarizzazione, ce ne saranno sicuramente molti di più che non entreranno perché non dichiarati da chi confida, prima o poi, in una nuova sanatoria. È la lezione dei condoni che abbiamo tutti ben imparato, anche il nostro ministro dell' Economia che, dopo aver solennemente promesso, a reti unificate, di non attuare nuovi condoni, sembra ora non poterne fare a meno. Dopo lo scudo fiscale ci propina così questo nuovo condono contributivo. Forse perché preferisce avere entrate immediate anche a costo di una riduzione permanente del gettito. Le sanatorie creano anche molte altre distorsioni potenzialmente ampliando l' area di irregolarità fra gli immigrati. Ad esempio, un imprenditore edile, che avesse per anni utilizzato manodopera immigrata irregolare, potrà presentare, in quanto privato cittadino, domanda di regolarizzazione di qualche suo dipendente. Basta avere un reddito superiore ai 20.000 euro per farlo. La ricevuta potrà poi essere utilizzata per coprire un lavoro irregolare di tutt' altra natura. Anche se la domanda non venisse accolta, ci vorranno, come nel 2002, presumibilmente fino a due anni per smaltire tutte le pratiche. L' unico merito del reato di immigrazione clandestina è l' aver messo in luce in modo ancora più stridente le ipocrisie delle nostre leggi dell' immigrazione. Se non vogliamo diventare il paese non solo dei condoni, ma anche delle sanatorie permanenti degli immigrati, abbiamo il dovere oggi di riformare le politiche dell' immigrazione, scegliendo chi vogliamo che venga da noi e chi no in base alle sue qualifiche (abbiamo meno della metà di immigrati laureati degli altri paesi europei), alla sua conoscenza della lingua italianao altri criteri da definire dal legislatore in modo trasparente, permettendo a questo qualcuno poi di cercarsi un lavoro regolarmente mentre è già da noi. - TITO BOERI

Nessun commento: