

Intervento della Coordinatrice cittadina del Partito democratico di Cantù, Francesca Viganò, sul futuro dell'artigianato nell'economia canturina.
"Con questo intervento vorrei, in accordo con le dichiarazioni di Antonietto Marelli, l’ex-segretario del Consorzio Esposizione Mobili di Cantù, esprimere amarezza per la situazione di declino del Cem e per la sua eventuale chiusura.
Questo negativo risultato rappresenta l’inesistenza di un legame vincente tra politica e territorio, un nesso che dovrebbe fondarsi su tre parole: ascolto, sviluppo e futuro.
Questo negativo risultato rappresenta l’inesistenza di un legame vincente tra politica e territorio, un nesso che dovrebbe fondarsi su tre parole: ascolto, sviluppo e futuro.
Se la mancanza di progettualità e di
coesione è una carenza imputabile agli artigiani, alla Lega, che ci governa da anni, chiediamo quale posto abbiano le botteghe artigiane, in una città che vede tra i suoi protagonisti palazzinari, supermercati e società sportive.
La Lega, che dice di dare forza ai territori, di rappresentare la gente che lavora, di difendere le tradizioni e la cultura locale, cosa è in grado di dire oggi ai legnamee che sopravvivono solo lavorando conto terzi?
Un primo passo in positivo potrebbe essere l’avvio di una riflessione su globale e locale,
sull’autosufficienza dei territori, sul microcredito, sulla formazione e sull’Europa.
La premessa sarebbe l’abbandono di battaglie strumentali e l’apertura di un’analisi seria sulle prospettive di Cantù.
L’obiettivo è fare in modo che quel lavoro artigiano d’eccellenza non si riduca ad essere un
elemento folkloristico da tirare fuori nelle feste di paese.
Un punto fermo è che oggi la ricchezza di un piccolo territorio sopravvive solo se essa diventa
patrimonio del mondo. Ed è compito attuale e prossimo della politica realizzare nei fatti questo passaggio. In molte altre realtà, anche italiane, è stato possibile.
Ma servono pochi slogan, molti progetti e grandissima onestà d’intenti".
Francesca Viganò
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