venerdì 15 febbraio 2008

"L’artigianato può avere futuro se la politica fa il suo dovere"




Intervento della Coordinatrice cittadina del Partito democratico di Cantù, Francesca Viganò, sul futuro dell'artigianato nell'economia canturina.


"Con questo intervento vorrei, in accordo con le dichiarazioni di Antonietto Marelli, l’ex-segretario del Consorzio Esposizione Mobili di Cantù, esprimere amarezza per la situazione di declino del Cem e per la sua eventuale chiusura.
Questo negativo risultato rappresenta l’inesistenza di un legame vincente tra politica e territorio, un nesso che dovrebbe fondarsi su tre parole: ascolto, sviluppo e futuro.


Se la mancanza di progettualità e di
coesione è una carenza imputabile agli artigiani, alla Lega, che ci governa da anni, chiediamo quale posto abbiano le botteghe artigiane, in una città che vede tra i suoi protagonisti palazzinari, supermercati e società sportive.
La Lega, che dice di dare forza ai territori, di rappresentare la gente che lavora, di difendere le tradizioni e la cultura locale, cosa è in grado di dire oggi ai legnamee che sopravvivono solo lavorando conto terzi?
Un primo passo in positivo potrebbe essere l’avvio di una riflessione su globale e locale,
sull’autosufficienza dei territori, sul microcredito, sulla formazione e sull’Europa.
La premessa sarebbe l’abbandono di battaglie strumentali e l’apertura di un’analisi seria sulle prospettive di Cantù.
L’obiettivo è fare in modo che quel lavoro artigiano d’eccellenza non si riduca ad essere un
elemento folkloristico da tirare fuori nelle feste di paese.
Un punto fermo è che oggi la ricchezza di un piccolo territorio sopravvive solo se essa diventa
patrimonio del mondo. Ed è compito attuale e prossimo della politica realizzare nei fatti questo passaggio. In molte altre realtà, anche italiane, è stato possibile.
Ma servono pochi slogan, molti progetti e grandissima onestà d’intenti".




Francesca Viganò

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